2018: Hold It Together - TheCio

2018: Hold It Together

Quest’anno Mike Shinoda, cofondatore dei Linkin Park, ha fatto uscire l’album Post Traumatic. L’album racconta di come lui ha affrontato il lutto di Chester, voce e frontman dei Linkin Park. All’interno di esso troviamo la traccia Hold It Together.

Cito:

I’m just trying to hold my shit together
Together darling
Oh I don’t know what else to try
Pretend I’m in control

Amo trovare nei miei artisti preferiti le parole esatte che riflettono come mi sento in un particolare momento. Questo fine 2018 è stato esattamente un provare a tenere tutto insieme. C’è una immagine nell’ultimo film di Spider-Man, in cui lancia le sue ragnatele e deve tenere insieme le due parti di una nave. Sei lì, teso, che provi a tenere tutto fermo. Sperando che non arrivi qualcos’altro, che non faccia crollare, ancora di più, il tuo piccolo mondo.

Ventisei anni ci ho messo ad arrivare dove sono, fra una caduta e l’altra, fra una sfida e l’altra. Mai come in questo periodo di tempo ho sperimentato su me stesso il concetto di Machiavelli per cui metà del nostro destino è deciso dalla fortuna e metà da noi. Ecco, la fortuna quest’anno è stata avversa e ho retto. Faber est suae quisque fortunae.

Sono ancora qui. Giorno dopo giorno. Sfida dopo sfida. Sfiga dopo sfiga. Delusione dopo delusione. Pugno nello stomaco dopo pugno dello stomaco.

Se allungo indietro i pensieri, vengo ricatapultato nel presente, come un elastico. Sprazzi di emozioni, di attimi. Riunioni carbonare a Luglio che al 15 di Dicembre hanno portato al suo primo vagito. Litigi con vocali di tre minuti, risolto faccia a faccia. Conversazioni con i miei “eroi personali”. Una conferenza su una mia passione con un esperto, un sogno che si realizza. Un abbraccio al momento giusto.

Amici che ascoltano fiumi di parole, dando la loro opinione senza imporla. Un corso di Growth Hacking in cui ho trovato delle anime belle. Due lavori, uno che valeva per tre, che mi ha insegnato tanto e che porterò nel nuovo. Le quattro mura di un negozio e le disavventure quotidiane di un ragazzo che vende cremine. Colleghi, colleghe, capi che mi fanno scantare. Conversazioni casuali per Biella che mi portano il sorriso.

Quel momento, l’unico di quest’anno, in cui ho riposto l’armatura, e ho trovato due braccia pronte a tenermi mentre crollavo. Mentre tutto crollava.

Ormai sono un adulto. Tra qualche mese sarò a vivere da solo. Ho trovato la mia strada lavorativa, cosa voglio fare. Ho un obbiettivo, dove voglio arrivare. Sto cercando un gruppo, con cui arrivarci.

Non sarà facile. Come dice Salmo in Perdonami:

Se dico quello che penso
Non resta neanche un amico
Sono una merda confesso
Se penso a quello che dico

Per questo, in quest’anno turbolento, non posso che pensare con affetto alla mia famiglia, alla mia morosa, ai miei amici, alle varie chat di gruppo che accompagnano la mia vita, giorno dopo giorno. Per me in primis, per voi in secondo piano, non ho mollato. Anche se questo giro è stata davvero dura.

La Fenice. BiYoung. La chattina. InTrincea. GD. PD (il partito, non la bestemmia). Alla fine, sono questo e forse qualcosa di più. Questo blog, che ancora resiste, ormai, da più di tre anni (incredibile che abbia portato un progetto avanti così, giorno dopo giorno).

I problemi non scompaiono. Le sfide neppure. Solo, fortunatamente, ci si abitua. E ci si rafforza. Forte di questo, voglio affrontare di faccia questo 2019. Sempre appoggiandomi alle parole di qualcun altro, chiudo citando Macklemore:

I feel glorious, glorious
Got a chance to start again
I was born for this, born for this
It’s who I am, how could I forget?
I made it through the darkest part of the night
And now I see the sunrise
Now I feel glorious, glorious
I feel glorious, glorious

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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