Ai sensibili - TheCio

Ai sensibili

Parlando con le persone un fatto che mi ha sempre stravolto è stato sentire la frase: “Del mio aspetto esteriore cambierei questo”. Quando nel loro insieme sono tutti quei particolari che mi fanno piacere quelle persone. Il loro insieme. Certo, non perfetto, ma bello. Ovvio che conta l’aspetto esteriore, sennò non mi spaccherei le balle in palestra per due muscoletti, fondamentalmente per piacermi di più. Non è giusto pensare di modificarlo: così nasciamo e così finiremo.

Che ipocrita che sono.

Ho una parte di me con cui sono nato che ogni tanto penso di cambiare. Essere sensibile. Non so spiegare a parole, non sono ancora capace a descrivere cosa voglia dire essere sensibile. So solo che spesso fa stare male e porta più magagne di quante ne riesca a risolvere. Stare lì a pensare prima di parlare o, peggio, a rimuginare sull’effetto che quella parola detta possa avere sulle persone.

L’incapacità più totale di commettere un atto sentimentale egoistico “Perchè non è la cosa giusta”. Ma qual è la cosa giusta, quella che fa stare bene noi, quella che fa stare bene gli altri nonostante i torti compiuti? Da sensibile poi fare mal al prossimo ti costa tantissimo. Perchè ne sei conscio, non puoi nasconderti dietro a un “non ci avevo pensato”. E se davanti agli altri la tua armatura regge, con te stesso no. Sai di aver compiuto un atto bastardo per sentirti meglio. Che poi meglio non ti senti. Anzi.

Per noi sensibili le cose casuali, Tinder, Happn e via dicendo sono un grande scoglio. Siamo consapevoli, provando a porci appunto nelle scarpe di chi abbiamo davanti, che è un gioco. Ma per noi non lo è, come non lo erano le parole dette prima, come non saranno le parole dette domani.

E allora siamo davanti a un bivio: metterci dentro uno scafandro e andare avanti come dei carri armati, senza la più minima sensazione o imparare a fare della sensibilità la nostra forza. Perchè noi diamo il giusto valore alle cose, proprio per quello, sappiamo che ogni tanto c’è bisogno anche di ciò che non è bello. C’è bisogno del silenzio, di lasciar andare, di fregarcene. Inutile investire e investirsi se poi dall’altro non si ottiene una risposta degna.

I sensibili sentono tutto in modo amplificato. Rabbia, dolore. I sensibili creano. Dante, Catullo, Leopardi. Lesbia a Catullo ha fatto perdere la testa, mi immagino gli amici. E intanto lui ha scritto poesie in cui il genere umano si riconosceva e si riconoscerà finchè non eradicherà i sentimenti dal proprio cervello.

Da dieci siamo in grado di dare cento, da cento siamo in grado di dare mille. Ma dovremmo iniziare a dare almeno cinquecento di quel mille a noi stessi. Ho dimostrato a me stesso di avere delle spalle grandi, ma quelle spalle non hanno retto un peso massimo. Le conseguenze non mi sono piaciute.

La sensibilità può essere la più grande debolezza di una persona. O può diventare uno dei suoi strumenti per capire il mondo, senza farsi sopraffare da essa e diventare una fottuta vittima delle azioni degli altri. Sta a noi decidere cosa farcene.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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