Avrei voluto - TheCio

Avrei voluto

Homo sum, humani nihil a me alienum puto.

Una volta avrei voluto essere tante persone. Il Salvatore. Quello da cui sai che puoi essere ascoltato. Avere la capacità di comprendere, di dare una mano, fornire una soluzione. Di avere una risposta a tutte le domande. Un omino paffuttello con la verità scritta in un palmo della mano ed un sorriso tranquillo stampato in faccia.

Lo studente perfetto, che prende voti alti, studia, è proattivo.

Il Cittadino.

Quello che ancora crede nella politica.

Meno melodrammatico e più epico.

In grado di perdonare. La persona che fa la cosa giusta da fare, no matter what.

Poi, pian piano, ti accorgi che sono tutte maschere. Che tu non sei solo quello. Che tu non sei neanche tante qualità che ti sei autoimposto negli anni per chissà quale ragione, perchè alla fine meglio non ti faceva stare.

Eternamente frustrato dall’incapacità di raggiungere la perfezione dei miei obbiettivi, dell’essere mancante in modo perenne in qualche cosa, ponendomi nel lungo termine, uccidendomi nel medio termine, annullandomi nel breve termine.

Ora voglio solo essere me stesso.

Che vuol dire tutto e vuol dire niente. Non riesco a definirmi se non come uno studente di giorno ed uno scrittore di notte. Mediocre in entrambi gli ambiti, nulla di eccezionale. Un paio di bretelle ed un cappello da vecchio. Un chiodo rispolverato e rimesso a nuovo. Oggetti senza apparente significato rivendicano uno spazio nel mio vivere, senza che io ne capisca la ragione.

Avrei voluto avere il controllo di quello che facevo, la consapevolezza delle mie azioni. Mi limito ad avere degli obbiettivi e fare in modo di raggiungerli, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Certo, non nel modo migliore, ogni tanto concendendomi quale strappo, ma portando a casa gli esami che già in triennale tanto mi erano stati sul culo, figuratevi in specialistica.

Voglio essere me stesso. Togliendomi limiti posti nelle frasi “chissà cosa pensano gli altri se faccio così”, “no, ma lì non posso uscire che non ho voglia di incontrare la persona x”, “una volta a me questi generi musicali neanche piacevano”, “no ma io non parlo male delle persone”.

Così passo una serata divertendomi con amici, ad un concerto di un gruppo, vivendo una notte degna di uno dei migliori romanzi di formazione. Quelle serate in cui torni a casa e sai di essere cresciuto, di esserti comportato non nel modo giusto, bensì nel tuo modo. Quando ti accorgi che non sei solo nel tuo modo di intendere il mondo e la vita, quando ti giri e sorridi ad una ragazza senza sapere chi sia e ci si mette a pogare allegramente, quando te ne sbatti del fastidio degli altri e ti diverti. Quando ti rendi conto che tutte le cose di cui avevi bisogno, le avevi sempre avute a portata di mano. Tutte le domande, tutti i miei peccati, erano lì davanti a me. Dovevo solo muovermi e prenderli, rendendoli miei. Quando ti sgoli cantando canzoni di cui ricordi qualche strofa, fottendotene del passato che continua in modo così ostinato a ripresentartsi, per bocca di altri, per presenza di altri, per l’esistenza di se stesso in un momento di tempo prolungato fino al presente che eternamente si ripete.  Non ne valeva la pena ieri, non ne vale la pena oggi, non ne varrà la pena domani.

Non possiamo porci in confronto agli altri. Viviamo un nostro tragitto.

E così confermo, anche oggi, la mia decisione di voler solo una cosa: essere me stesso. Non sono un grande personaggio dei romanzi, non ho qualità particolari, non verrò ricordato da nessuna parte se non nei cuori di chi ha deciso di scambiare con me qualche parola. Se una volta avevo grandi sogni, ora ne ho uno solo. Che è il più grande ed il più difficile. Che significa avere la coscienza dei propri mezzi e della grandezza delle proprie spalle. Ridere di fronte ad un destino tiranno che ti pone davanti sfide anche quando non sei pronto ad affrontarle.

Allora io, da guerriero quale sono, mi metto la mia armatura, sfodero la mia spada, alzo il mio scudo e mi butto a capofitto dentro. Perchè non ho più voglia di non vivere la vita.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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