Siediti con me, amico mio, che questa volta il caffè te lo offro.
Sono sempre stato per il caffè di compagnia. Probabilmente in rarissimi casi mi vedrai prendere un
caffè da solo. Fondamentalmente perché non ne ho un bisogno fisiologico. Mi piace il gusto, sì, ma
di più il momento. Mi piace la parte in cui stacco il cervello per pensare ad altro, conversare,
provare un’altra prospettiva.
In questi mesi mi capita spesso di dover staccare, ma non sempre ho del caffè e una persona con
cui condividerlo.
Questa è una di quelle volte, ma fortunatamente l’uomo è dotato della fantasia, della capacità di far
finta.
E allora facciamo finta, per un attimo, di lasciarci alle spalle tutto ciò che stiamo facendo. Di lasciar
cadere ciò che abbiamo in mano, di fermarci, e staccarci da ciò che abbiamo intorno.
Come si dice, la visione distaccata è la più obiettiva.
Quella che normalmente è una preoccupazione che ci attanaglia per tutta una giornata, da fuori
forse è una sciocchezza.
Magari a te non capita: spesso quando mi alzo la mattina, io ripenso a ciò a cui pensavo la notte
prima, prima di addormentarmi.
La notte tutto si ingrandisce. Una piccola paura, una piccola gioia, un rimorso, diventano enormi
come l’oscurità che mi circonda. Diventano problemi insormontabili.
Quando mi sveglio, tutto ritorna al suo stato originale. Rimangono solo i particolari veramente
importanti.
Sembra quasi una favola, in cui la notte e il buio, che sono segni di paura e pericolo, vengono
spesso rappresentati con mostri e demoni.
E quando mi sveglio mi chiedo: ne valeva la pena?
Era davvero necessario farsi tutte ‘ste pipe mentali?
Le discussioni, le litigate, ce n’era bisogno?
Ed è anche qui che le persone come te diventano importanti. Tu hai speso del tempo per leggere
quelle che per te potrebbero anche essere cavolate. Ed è proprio perché magari hai una diversa
visione della situazione, che sei importante.
Sei tu che spesso mi fai cambiare idea, mi fai dire, di fronte a tutti, “ho sbagliato, hai ragione tu”.
Ormai non posso fare a meno di chiedere pareri, e mettermi in dubbio.
E’ una mia debolezza, potrebbe voler dire che non penso con la mia testa, ma sono contento di
averla, mi aiuta a prendere le giuste decisioni, anche le più piccole; mi aiuta a portare avanti il mio
percorso al meglio.
E allora mi fermo, mi faccio una doccia, gioco, guardo un film, ascolto Oxenfree.
Una ventata di aria fresca.
Un caffè con un amico.
Cosa ne pensi?
Ecco che tutta la tensione vola via, ed ecco l’altra prospettiva.
Al prossimo caffè!