Canapa - TheCio

Canapa

#5 di Fiaba Moderna.

Luca era alla ricerca di un bagno e di un caffè. Aveva trovato un bagno minuscolo, occupato quasi interamente dalla vasca da bagno, sulla quale erano stesi scaldamuscoli, body e calzamaglie. La biancheria stesa lo metteva a disagio. Era un dettaglio intimo della vita di Nadia. Una prova che lei non era esistita soltanto nella sua testa. Il caffè lo aveva trovato in cucina, piccola anch’essa, con una finestra che dava sui giardini pubblici. Aveva preparato una moka da quattro e si era seduto ad aspettare che il caffè salisse.

Era mezzogiorno. Aveva guardato l’orologio l’ultima volta, prima di chiudere gli occhi, alle due del mattino. Non dormiva dieci ore da quando … beh, da quando era successa la cosa, un anno prima. Invece, quella notte, aveva dormito come un bambino. I sensi di colpa non avevano perturbato il suo riposo. Fedifrago e pure stronzo.

 

  • Perché continui a guardarmi? – gli aveva chiesto Nadia.
  • Perché mi stai davanti.
  • Allora perché mi hai guardato anche quando mi sono alzata?

Luca faticava a reggere gli interrogatori anche quando era sobrio. E quella sera era alla sesta birra.

  • Perché mi piace guardarti.

Si aspettava di vedere sul viso di Nadia un’espressione di compiacimento. Era crollato alla seconda domanda, qualsiasi ragazza normale avrebbe reagito così. Ma Nadia era speciale. E terribilmente confusa.

  • Ti piaccio come amica o come ragazza?
  • Che cosa?
  • Ti sto chiedendo: ti piaccio come amica o come ragazza?
  • Tu … No … Non mi piaci come amica.
  • Vuoi fare sesso con me?

Non c’era nulla di retorico nella domanda che gli aveva appena fatto. Sembrava genuinamente interessata a sapere se il maniaco ubriaco che l’aveva importunata per tutta la sera fosse interessato a lei in maniera non spirituale. Lo guardava, in attesa di risposta, con i suoi enormi occhi grigi. Chissà se le piaceva farlo girata di spalle.

  • Sì, certo che vorrei fare sesso con te.
  • Io sono venuta con Vera, perciò non ho un passaggio. Tu ce l’hai la macchina?

Okay, si era preso una ciocca più brutta del previsto. Neanche Matteo, campione mondiale nel rimediare sesso facile, ci sarebbe riuscito in così poco tempo.

  • Che cos’è, uno scherzo?
  • Perché, non hai la macchina?
  • No … Cioè, sì, ce l’ho la macchina.
  • Mi dai le chiavi? Hai bevuto due birre da 0,5 litri mentre ero qui e, quando sono arrivata, ne stavi già bevendo un’altra. Con un litro e mezzo di birra, il tuo tasso alcolemico è sicuramente superiore ai limiti consentiti dalla legge.
  • Vuoi farmi il palloncino?
  • No, non ce n’è bisogno, se mi dai le chiavi. Ma se vuoi farlo tu, ne ho uno in borsa.

Le aveva dato le chiavi senza aggiungere altro.

Ci aveva visto giusto, le piaceva farlo girata di spalle. A dire il vero, le era piaciuto in qualsiasi posizione. Era disinvolta e pudica, allo stesso tempo. L’orgasmo era arrivato quasi simultaneamente.

Quando Luca aveva iniziato a rivestirsi per tornare a casa, lei l’aveva fermato.

  • Hai bevuto. Non puoi metterti alla guida.
  • Di notte non riesco a dormire, ti darei solo fastidio.

Si aspettava una domanda del tipo: “Perché non dormi la notte? Tutti lo fanno”.

 

  • Da quanto tempo dura?
  • Un anno.
  • Ti preparo una tisana.

Si era infilata la maglietta alla rovescia e si era diretta verso la cucina. Luca l’aveva seguita.

  • No, no, aspetta! Non funziona il Tavor, vuoi che funzioni una tisana?
  • Le benzodiazepine inducono un sonno artificiale, in cui la fase REM è quasi del tutto assente. Non mi stupisce che non funzioni.

La spiegazione scientifica proprio non se l’aspettava. Ma era troppo ubriaco per ribattere qualcosa di sensato. Nadia aveva messo l’acqua a bollire e aveva tirato fuori dalla dispensa due contenitori di foglie.

  • E quella roba che stai preparando che cosa contiene?
  • Melissa e Canapa sativa.
  • Mi vuoi drogare?

Nadia l’aveva guardato scandalizzata.

  • Certo che no! La droga è illegale.

Avevano aspettato insieme che l’acqua bollisse, poi Nadia aveva buttato le foglie nel bollitore.

  • Il filtro è dentro, non occorre usarne un altro. Aspetta dieci minuti che l’acqua estragga tutte le sostanze funzionali. Io vado a dormire. Buonanotte.

Lo era stata davvero.

Sentiva Nadia muoversi nell’altra stanza. Seduto dov’era, l’aveva vista arrivare in salotto armeggiare con lo stereo. Le prime note di Giochi proibiti si erano diffuse per tutta la casa. Solo in quel momento, Nadia si era resa conto della sua presenza.

Che cosa avrebbe fatto? L’avrebbe invitato a rimanere per pranzo? Gli avrebbe chiesto di uscire? Voleva il suo numero?

  • Senti, oggi è sabato. Il teatro è chiuso, ma io devo fare riscaldamento lo stesso. Te ne puoi andare?

Luca aveva finito il caffè e aveva lasciato l’appartamento. Era una bella giornata e, prima di infilarsi in macchina, aveva deciso di fare una passeggiata nei giardini sotto casa di Nadia. Gli stessi dove, ogni tanto, portava Ike, il suo Golden Retriever, a passeggiare. Il sole che filtrava fra il fogliame creava giochi di luce psichedelici. Si sentiva carico e pieno di energia. Non provava quella sensazione da mesi.

Giulia Trentin

#1: Luca e Nadia.

#2: La mattina dopo.

#3: Vera.

#4: Vanessa. 

#6: Giochi Proibiti.

A cura di Ospite

1 Commento

  1. Rispondi

    Anonimo

    Voglio la continuazione!!!!!

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