“De Amicitia” - TheCio

“De Amicitia”

Che cosa significa essere amici?

Che cosa cerchiamo negli amici?

Cosa vuol dire “essere amici”?

In latino significava provare affetto per qualcuno, quel sentimento misto, che da una parte vuol dire avere interesse per il benessere di un nostro prossimo, dall’altra presuppone, sottintende un “avere un comportamento da amico” verso quel qualcuno, cioè fare azioni il cui fine ultimo sia di fare stare bene quella persona.

E, ovviamente, viceversa.

Quando qualcuno si definisce “mio amico”, consapevolmente, o meno, pone una responsabilità, su entrambi. Nell’avere e nel mantenere un comportamento “da amico”. Anche qui, potrei iniziare una lunga disquisizione sul cosa significhi essere un amico, sul fatto che ognuno di noi, vedendo le cose in modo diverso, sarà un amico diverso.
Una delle mie qualità (se tale può essere definita), come amico, è quella di dare “schiaffi di realtà”. Me l’ha detta un mio Amico, uno di quelli che c’è sempre stato, nel bene e nel male, in uno dei momenti più difficili degli ultimi anni. Essere amici significa anche “cercare gli Amici”, che è un mio difetto. Penso sempre di disturbare, e seguendo questo punto mentale, magari lascio nel silenzio rapporti amicali perché non voglio intrudere la vita degli altri.

Questo sarà anche perché penso che l’Amicizia, quella vera, sia e basta. E che possono passare dieci anni, ma se rivedrò un amico, o un’amica, sarà come il primo giorno. Certo, cresciuti, diversi, ma sempre amici. Mi ricordo un caffè, a Biella, dopo sei anni e sì, ho vissuto in prima persona la frase “amici come prima”.
Rimane solamente un pensiero personale, di un’anima in un grande mare, persa, che ogni tanto trova sostanza nel rapporto con il simile ed il dissimile.

Io non so rispondere, o meglio, riesco a darmi minime risposte per quello che mi basta a queste domande Importanti. Una cosa, però, ormai l’ho interiorizzata. Ormai si va perdendo il concetto di “Fratellanza”, una delle mille varianti del rapporto amicale.

O meglio, sempre meno vedo nascere rapporti sinceri. Mi si potrebbe dire che questo viene da una deriva metrosessualizzante della società, in cui ci perdiamo fra uomo e donna, in mille gender.

Io sono molto più terra terra.

Sono una persona social, se non vedo amici da mesi, tendo ad immortalare l’attimo con uno scatto. Mi piace fare foto alla mia morosa, insomma, sono pienamente inserito nel mondo social e non lo rifuggo. Non credo sia colpa dei modi di esprimersi, credo fondamentalmente che viviamo in tempi incerti. Preferiamo avere e dire di avere “amici” per sentirci al sicuro. Abbiamo paura a guardarci negli occhi e dirci cosa pensiamo l’uno dell’altro perché abbiamo paura di rimanere soli.

In questo mondo di incertezze, ci costruiamo false certezze, infilandoci in rapporti, convincendoci che siano amicizia perché, fondamentalmente, fa comodo avere più amici che averne di meno. Però, ad un certo punto, volenti o nolenti, la realtà ha l’ultima parola. E così, si vede chi è “un amico”, chi è un Amico, chi è davvero un Fratello. Camminiamo sulle uova, scegliendo di dire quello che la persona vuole sentirsi dire, pur di non rimanere da soli. Essere Amici vuol dire essere in Trincea insieme. Giorno dopo giorno, ora dopo ora.

Se sei mio Amico, ti dirò come la penso. Se sei mio Amico, litigherò con te per quello che penso. Perché a te ci tengo. Se sei mio Amico, sarò diretto con te. Se sei mio Amico, ci sono nel sangue, ci sono nella merda. Però, ti dirò quando sarai nella merda, non te lo nasconderò solo per farti un favore.

Se non sono così con te, allora, evidentemente non siamo amici.

Decio

NDA: Cicerone non lo sopporto, però ci stava troppo il titolo, ecco. 

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.