“Da dentro” è una rubrica che uscirà totalmente a caso.
“Da dentro” significa biellesi che ascoltano musica biellese.
“Da dentro” non è una serie di recensioni musicali, non di dischi nè di band.
“Da dentro” è un’indagine sul perchè certa musica sia in grado di smuoverci l’animo.
“Da dentro” vuole ascoltare musica, da dentro la musica.
I Residuo Statico quando suonano fanno scapocciare e piangere allo stesso tempo. Sono un prodotto del 1990 e a quegli anni si ispirano. Vogliono passare messaggi forti e lo fanno urlandovelo a tutto volume in faccia. Sul loro bandcamp [https://residuostatico.bandcamp.com] trovate il loro ultimo singolo, “Primavera – dim mezze stagioni as null” in free download.
Sono: Stefano (Voce), Mauro (Chitarra), Mattia (Basso) e Michele (Batteria).
Il 18 Febbraio i Cibo suonavano al Vecchio Mulino, Valdengo.
Le sagge menti dietro a LANERA hanno deciso di piazzare un gruppo locale (anzi, localissimo) ad aprire la serata: i Residuo Statico.
Li avevo visti quasi per caso un po’ di tempo prima, a qualche festa biellese col palco grosso. Tanto per darvi un’idea, Stefano vi era salito con una bottiglia di coca-cola piena di vino rosso e una camicia a fiori; questi due elementi sono tuttora, a mio parere, alcuni dei cardini sui quale la band basa la propria immagine, anche se (e questa è proprio la cosa migliore) involontariamente.
Quando ho saputo dell’evento a Valdengo, non ho potuto evitare di catapultarmi lì con l’idea di fare due chiacchiere con loro.
Quella sera la chitarra di Mauro era a volumi spropositati, la voce di Stefano spariva e ricompariva a tratti dall’impianto mentre Mattia e Michele tiravano dritti come un treno. L’ambiente perfetto, ostile e caotico. Non potevo chiedere di meglio.
Appena finito li rubo e li porto fuori per scambiare due parole. La prima cosa che mi viene da dire è esattamente quella che avevo detto quando avevo visto l’altro live: “Siete invendibili“:
Le sonorità degli anni 90, a lungo impastate con crossover e nu-metal e infine guarnite con una glassa che sa tanto di testi emo a stampo personale, eppure praticamente universali. Suonano come non ci si aspetterebbe, sono controcorrente ed in qualche modo anche strafottenti. Sono invendibili, e tutto questo è meraviglioso. Sentendoli suonare non si può ignorare una genuinità assoluta in tutto quello che compone il “Residuo Statico”. Non ci sono doppi fini, niente trucchi e nessun tranello. Questo sono e questo fanno perché questo è quello che vogliono essere e fare.
Ma questo ci riporta alla prima domanda:
“Perché Stefano sta dormendo?”
Mauro: -Lui dice che non possiamo bere prima dei concerti. Ovviamente si esclude dalla regola, e questo (girandosi verso Stefano che intanto comincia a muoversi) succede.
“Perfetto, meglio sapere la propria data di morte e non poter scopare o non saperla e avere rapporti normalissimi?”
Stefano -L’ultimo pezzo che abbiamo fatto è sulla paura di morire, io non voglio saperne niente.
Mauro -Se sai la data della tua morte poi basi la tua intera esistenza su di essa. No, meglio una vita normale.
“Meraviglioso, e com’è che avete iniziato a suonare assieme?”
Stefano -Era un Agosto, credo. Mollo gli studi, esco dall’ospedale con un quaderno pieno e dico a Mauro: “Hey, ho delle cose e dobbiamo suonarle”.
Mauro -Io prima volevo suonare la batteria, ma poi abbiamo deciso di tirare via dal computer mio fratello e piazzarlo dietro ai tamburi.
Michele -E infatti hanno rotto il cazzo a me. Però il bassista non era costante così dopo due anni abbiamo tirato dentro Tia.
“Come vorreste definirvi? Cosa siete?”
Stefano -Io penso, siamo un mistone che esce dai peggiori anni 90 che si unisce ai nostri tempi. At the Drive In e System of a Down.
Mauro -E roba italiana, assolutamente. Volevamo fare altro all’inizio. Dubstep. Poi abbiamo slittato verso Salmo e quella roba rap italiana. E non ho ancora ben chiaro come, ma ora siamo qui.
“Adesso che si fa?”
Mauro -Adesso ci diamo all’autoerotismo. Poi abbiamo in mente nuove registrazioni, sarà probabilmente un doppio singolo.
Stefano -Sono i due che compongono “Autunno”. E i due pezzi sono le mezze stagioni perché le mezze stagioni non ci sono più.
Infatti l’ultimo singolo si chiama “Primavera – dim mezze stagioni as null”. Autoesplicativo.
Fotografie a cura di: Fede