Di che cosa parla veramente questo blog - TheCio

Di che cosa parla veramente questo blog

India

Più volte mi è stato chiesto se racconti solo fatti autobiografici. Se questo breve racconto fosse vero. E via dicendo.

Questo blog parla di quello che ci leggete voi. Ogni intervento, articolo, racconto (mio o di altri) è una piccola creazione a se stante dal proprio creatore. Certo, l’autore o l’autrice ci mette dell’anima e ha uno scopo a scriverla, o può essere nata da uno spunto di vita vissuta, o anche essere semplicemente un viaggio empirico. O può essere un miscuglio, un pensiero su un “e se fosse andata diversamente”, o forse si può giungere a delle conseguenze attraverso un percorso diverso da quello che identifica il lettore. Non è necessario che di fronte ad un post in cui si parla di male al piede perchè si è appena sbattuto il piede sull’angolino satanico, si vada a tirare in ballo la gotta. Scusate la bersanianata, ma penso di essermi chiarito. 

Ormai dopo aver scritto un numero bastevole di parole, posso affermare con sicurezza che una volta premuto invio ognuno ha il diritto di interpretarlo a proprio modo. L’autore a sua volta può essere disponibile a parlarne, ma un fatto certo è che un conto è interpretare secondo le proprie modalità, un altro è leggere fatti che non sussistono. O anzi, entrare con un preconcetto e cercare ogni elemento che vada a confermarlo. Non riuscirete mai a vivere una opera d’arte, una creazione, anche solo una scritta su di un muro se non lasciate che almeno essa vi provi a parlare, prima di urlarle addosso come la pensate. 

Mi permetto di fare questo meta intervento di spiegazione didattica, citando un brutto esempio di una brutta abitudine della mia generazione: me incluso. Viviamo nel mondo dei social, dove ognuno mette i propri fatti in piazza (Facebook, Twitter, Instagram e via dicendo). Certo, decidiamo la grandezza della piazza, l’udienza, ma quello che facciamo è mettere i nostri fatti in pubblico. Possiamo farlo per impulso, con uno scopo, perchè ci gira. Dobbiamo mettere in conto però, appunto, l’audience dei suddetti post.

I miei Twitter ed Instagram sono pubblici, perchè ritengo di poterli usare bene così, e non postando fatti particolarmente personali o che non facciano parte del vissuto collettivo del genere umano (uno scazzo quotidiano, una canzone in cui ci rispecchiamo, una cazzata che magari capiamo in due ma che ci tengo tanto a farmi sentire figo e a pubblicarla lì perchè così sono cool waw) non penso in tal modo di dare una impressione particolare di me. Se poi lo faccio, evidentemente non mi importa così tanto. Instagram al più lo devo ancora capire, quindi è ancora tutto in via di creazione il mood del mio profilo.

Facebook ho “pochi” (se paragonati alla media) amici, circa 500 che spesso e volentieri subiscono tagli impietosi. Lì magari mi lascio andare più sul personale, parlando di eventi che in 140 caratteri non riuscirebbero ad essere riassunti, spiegati e commentati nel modo che piace a me.

Quindi noi pubblichiamo e tali contenuti risultano poi essere filtrati da ogni persona in modo, ovviamente, diverso. Quello che vi chiedo e anzi, vi prego di fare, è quando vi avvicinate al contenuto presente in questo blog (che sia mio, di caio, tizio o sempronio), cercate di farlo nel modo più vergine possibile.

Qui, però, lasciatevi portare in un mondo che non sia quello delle notifiche, del cellulare che squilla mentre leggete, della chattina che vi richiama. Quando entrate in questo piccolo angolo di mondo personale, fatevi portare dalle nostre creazioni dove vi sentite che esse stesse vi stiano portando. Noi autori non penso vogliamo portarvi assolutamente dove intendevamo noi e anzi, ammiro chi vede in modo diverso ciò che ho scritto o anche chi addirittura riesce ad andare oltre.

Citando I Tre Allegri Ragazzi Morti, di che cosa parla veramente questo blog non lo so. Del mio percorso di costruzione di persona (o Lambda Delta Ni, per chi intende), dell’esprimere quella parte artistica e di creazione nascosta in ognuno di noi (e qui, ancora grazie a chi si lascia ospitare in questa umile dimora virtuale) o semplicemente di quello che ci passa in testa in quel momento.

Di sicuro però, vi posso dire che se riusciste a evitare di dover parafrasare e psicoanalizzare ogni post del/la ragazzo/a che vi piace, del compagno di corso/classe che vi sta sulle palle e via dicendo e gli parlaste semplicemente, questo sarebbe fantastico. Meno messaggini, più appuntamenti. Meno stalkeramenti virtuali, più parole.

Sempre che abbiate le palle per farlo.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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