Domani, a quest’ora, avrò l’infinito davanti a me. Migliaia di possibilità, tutto da decidere e da scrivere. Non avrò più la scusa di un impegno preso, di un legame, di rette da pagare, di paragrafi da finire e rifinire e formule da controllare e ricontrollare.
Nel bene e nel male sarò padrone delle mie scelte. Non vincolato a nulla se non a quello che voglio essere. Si chiama analysis paralysis. Non ho idea di cosa fare, di dove andare. Alla fine del liceo, mi misi a fare una analisi, guardando dati di occupazione, tipi di materie, difficoltà degli esami e scelsi economia. Alla fine della triennale mi misi a fare una analisi, guardando dati di occupazione, tipi di materie, difficoltà degli esami e scelsi la Bocconi.
Ora è finita.
Non ho più dati da analizzare, materie da studiare e esami da affrontare. Sono solo, di fronte a tutto ciò che potrei essere. Decine di versioni di un me stesso futuro si stagliano davanti ai miei occhi, con una voce di sottofondo che mi ribadisce, comunque, che posso pur sempre pensare di scegliere, ma che non avrò mai pieno potere di fronte a quella che io definisco come una azione logica e razionale, che per altri invece è stata già decisa e scritta dalle leggi immutabili del tempo e dello spazio.
Insomma. È davvero un gran casino.
Come il Viandante di fronte al Mar in Tempesta, ti chiedi il senso di tutto questo. Io, però, a differenza del Viandante mi guardo a fianco ed intorno. E vedo un sacco di sorrisi. Di Persone, come me, che se la cavano, fra una cagata e l’altra, fra una storia d’amore e l’essere soli, fra un esame ed un capo.
Tante seghe mentali non portano mai a niente. Ho capito questo.
Certo, chi legge, proverà quella sensazione che provo io di fronte a quelli che si emozionano per Inside Out o Thirteen: “Minchia papà, ci arrivate adesso a capire che le emozioni contano, che sfottere le persone le fa soffrire? MA BRAVI!”
L’unica verità è che Domani potrò, finalmente, smetterla di trovare scuse, cercando sempre un domani e posticipando.
Domani non esiste, il Cambiamento può iniziare anche oggi.
Sono solo io che mi cago addosso, immaginando che la vita dopo la laurea sarà anche solo una virgola diversa da quella dopo. No, è la stessa, una vita dove devo smetterla di trovare scuse e prendere a schiaffi i miei problemi e ad essere orgoglioso della mia storia.
Perché se al mio fianco e vicino a me ho Persone che mi sorridono, è perché di strada ne ho fatta.
Ed è ora che il Viandante si butti nel Mare in Tempesta e faccia quello per cui si sente portato: nuotare.