Volevate dei feels?
Eccoli.
Questa notte, dopo la consueta partita a lol, sono stato folgorato. Pieno di adrenalina, vuoi per il colloquio fatto nel pomeriggio, vuoi per le partite, non riuscivo a chiudere occhio. Alle tre ormai era un’ora circa che mi rigiravo nel letto, incapace di chiudere gli occhi.
Chiunque abbia vent’anni e sia single e universitario ha ben presente l’assenza totale di senso che si prova in queste situazioni. Oggettivamente parlando, non hai nessuno con cui parlare di un futuro insieme. Di un domani, di comprare una casa, andare a vivere insieme, delle vacanze di questa estate, di andare a vedere quel film che aspetto da tanto e la tua lei si sorbisce perchè ti ama, dell’esperienza all’estero o lavorativa che vuoi fare, del sostegno, del sentirsi in due in una squadra che ci si sostiene a vicenda nel lieve e delicato processo di indipendenza dalla famiglia di origine.
E invece sei lì, nel tuo letto. Sta finendo una fase della propria vita, il dopo è lì a portata di mano. Sei in un limbo, dove ogni tua azione viene fatta perchè sai che la devi fare, che è il passaggio successivo, ma più che un check in una lista eterna ed infinita non ti sembra.
POI BAM.
Improvvisamente tutta la fatica assume un senso. Le persone leggono veramente il tuo curriculum e ti fanno domande, danno ascolto su cosa hai da dire. Ti rispondono alle mail.
Il tutto inizia a sembrare possibile, vero. E sei tu. Ed è tutto tuo. Le risposte sbagliate all’hr che ti sta intervistando, i voti portati a casa quando pensavi che da solo avresti combinato ben poco. Il bello ed il brutto, il male ed il bene. Una esperienza tua, singola. Che decidi di condividere con persone che per te contano.
Alle quattro realizzo che la mia vita è cambiata. Ma che vale il discorso che feci a me stesso mentre il bus mi portava in gita a Lione durante il liceo. Nessuno si accorse, penso, che piansi qualche lacrima in quel viaggio. Ero, ovviamente, innamorato. Come può esserlo un ragazzo adolescente. E nulla aveva senso, se non lei. E io, ero lì, incapace di fare nulla. Ed in quella assenza totale di vicinanza (tenevo tutti lontano ringhiando), l’unico interlocutore ero io. E mi rifugiai nella filosofia. Tutto scorre, come dice Eraclito. L’acqua di oggi non è l’acqua di domani e posso solo conoscere l’acqua di oggi. E finchè ho la fortuna di poter godere dell’acqua di oggi, devo farlo. Lo devo a me stesso.
Ora sono un io che decide ogni giorno chi avere nella propria vita e che vengo scelto ogni giorno da chi vuole avermi nella sua vita. Non vi è nulla di garantito. Nulla di scritto, nessun contratto. Semplicemente accade.
Piccoli pezzi di puzzle che sembravano avere contorni incompatibili finiscono attaccati insieme e non riesco a chiudere gli occhi. Per la prima volta da mesi non sono spaventato, non tremo affacciandomi al domani. Perchè so chi sono. Perchè ho deciso di vivere il fiume. Non è solo un qui ed ora, è una maggiore comprensione delle cose.
Tutto questa miriade di parole per dirvi che alle sei del mattino, arresomi al mio cuore che batteva come se non ci fosse un domani, fra una puntata di Downton Abbey e un’altra, ho capito l’ultima grande verità di quella notte: che è bello e va bene così.
Che alla fine la luce arriva. Dovrai faticare e soffrire. Ma arriva. Non la porta nessuno, non arriverà una damigella da salvare o un cavaliere a salvarti o una damigella che ti salva o un povero delerelitto da soccorrere.
Dovrei cercarla tu. E darà un nuovo significato a tutto quello che sei.
E allora ricomincerai a prenderti.
Decio
E passeranno i mesi e le stagioni
E arriveranno i giorni in cui dovremo perderci
Ci lasceremo indietro le parole
Che rendono questi anni manciate di momenti
E non sarà mai qualcosa per cui smettere
Qualcosa da riscrivere
Il giorno che riprovo a prendermi