Da grande voglio fare la Rockstar - TheCio

Da grande voglio fare la Rockstar

La Rockstar

I need to be myself
I can’t be no one else
I’m feeling supersonic
Give me gin and tonic
You can have it all but how much do you want it?

In questi ultimi tempi mi sono chiesto: “Chi voglio essere da grande? Cosa voglio fare? Il giornalista? Il politico? Qual è il mio sogno nel cassetto? A che pro tutti questi anni di studio, di impegno, di lavoro, di stage gratis e non? Di primi contratti? Perchè sbattersi a fare politica? Perchè faccio quello che faccio?”

Days go By

Sabato scorso, piazza Cisterna, Cistaerna. Raccoglievo dei mozziconi di sigarette da terra e ancora non ci credevo nell’ennesimo, piccolo, miracolo portato a casa da BiYoung. Eravamo in otto all’inizio, otto e masculi.

Ora sono (siamo?) una cinquantina, e il rapporto donne-uomini è intorno al 55/45. Tornando a dare una mano mi è stata data l’opportunità di intervistare uno dei miei giornalisti preferiti, su uno dei miei argomenti preferiti.
Mentre ero lì, a fare domande, a cercare di dare un filo logico all’evento, ero a mio agio.

Mi piaceva quello che stavo facendo. Mi sentivo totalmente me stesso. Con i miei errori, con la mia arroganza.

Giovedì. Guardavo Liam Gallagher sbagliare un attacco di una sua canzone. Manco di una canzone scritta dal fratello, di una proprio scritta da lui. Sbaglia, ride, ridiamo, e riprende, fregandosene.

Questo sabato. Ieri. Riunione di BiYoung. Come al solito, esplicito la mia opinione. In modo diretto, forse troppo. Dritto, come una freccia, al mio punto. Spigolosa. Però trasparente. Questo sono: ogni tanto stronzo, spesso perché ci tengo.

Qualche ora fa. Queens Of The Stone Age. Un concerto magistrale. Un turbine di energia. Sbattuta in faccia. Diretta. Senza tanti giri di parole. Qualità artistica, talento e tanta, tanta, cattiveria. Io ero lì, che assistevo, saltando, ballando, pogando, dimenandomi e stressando la mia morosa sugli assoli delle canzoni.

Ad un certo punto Josh Homme prende il microfono e chiede il silenzio, dicendo, più o meno, queste parole:

“Certo, è da tutti prendere un microfono e chiedere di urlare ancora più forte. Ora però vi chiedo dieci secondi di silenzio, per tre motivi: per apprezzare che avete la fortuna di essere qui e la fortuna di tutto quello che avete, perché qui ci siete arrivati e per i vostri sogni di domani.”

Quarantamila persone in silenzio per qualche secondo. Ad alcuni di voi queste parole potranno sembrare l’ennesima masturbazione di un cantante. A me, invece, mi sono sembrate quanto mai adatte al nostro momento storico.

Sono stanco di tutti quei Soloni e Aristotele e Platone su Facebook, che si sentono sempre così superiori a tutto e a tutti, in grado di giudicare le parole di un “musicista” o di un “cantante” come “nulle” di fronte allo scrittore o al filosofo che hanno letto negli ultimi 14 giorni.

Un cantante che chiede di fare silenzio. Una Rockstar che chiede il contrario.

Credo che sia il momento di chiederci il contrario.

Alle urla di Salvini, rispondiamo con la realtà.

Alle millantazioni delle ruberie dei rom, rispondiamo con i fatti andati in giudicato sulla Lega.

Alla mandria berciante del web, rispondiamo punto su punto, senza arrenderci ed arroccarci nello sfotto e nel nostro castello di cristallo, dove ci diciamo addosso che tutto va bene, quando così non va bene.

Potrei continuare, ma il mio punto è questo: da grande, ho deciso di fare la Rockstar.

Di chiedere a me stesso e a chi mi è vicino l’essere diretto, trasparente, provocatorio. Per poterlo fare però bisogna avere i numeri. E a breve, avremo pure quelli.

Settembre

D’altra parte giunge il momento dell’impegno per tutti coloro che credano che la vita sia un po’ di più di un lavoro dalle 8 alle 17. Che sia più della laurea e degli esami. A voi, che siete arrivati qui, Vi chiedo di tirare fuori la Rockstar che c’è in voi.

Che se ne frega se piove, se non c’è gente o se la gente che c’è non conosce le sue canzoni. Esce fuori e butta fuori tutto se stesso, senza freni, per qualcosa di più grande di lui.

Non è una questione di Ego, è una questione di fare ciò che ci fa sentire vivi. Come oggi, quando un Amico si avvicina con un braccialetto verde, sorridendo, sapendo che mi avrebbe fatto sentire Vivo.

A voi chiedo di aspettare, fino a settembre. Perchè da lì, si inizia.

E abbiamo bisogno di tutte le anime volenterose.

Di chi ci vuole mettere anima e sangue.

Di chi ci crede, ancora ed incredibilmente non si è ancora arreso.

Di chi preferisce un mondo migliore rispetto a quello che ci stanno buttando addosso.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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