Il Progetto Vivaio - TheCio

Il Progetto Vivaio

Fin da quando sono un ragazzino, ho sempre cercato un luogo a Biella dove poter stare con i miei simili, dove condividere uno spazio con chi condivide con me passioni, hobby, gusti musicali o, più in generale, voglia di stare insieme e vivere la propria età.

Siamo in un periodo strano. Noi “giovani” veniamo tacciati di essere causa di tanti mali: i giovani non si laureano, se si laureano si laureano in cose inutili, se si laureano in cose utili scappano all’estero, se lavorano male e stanno sempre attaccati al cellulare, se lavorano e sono bravi non si sposano e non fanno figli.

Ho vent’anni e se c’è una cosa che sono sicuro di fare bene sono i momenti di festa. Abbiamo vent’anni e se siamo sicuri di qualcosa, è che facciamo delle grandissime feste. Qual è però la ragione? Mi sono interrogato più e più volte del motivo per cui ci divertiamo e, soprattutto, riusciamo a lasciare fuori dalla porta tutte le nostre preoccupazioni.
Perché condividiamo. Quante persone si sono conosciute alle feste? Quante persone hanno scoperto di avere passioni, tematiche condivise fra un pc e un braccialetto fluo? Quanto è bello divertirsi, senza avere il senso di colpa di spendere una cifra sbagliata per avere semplicemente un qualcosa da condividere con chi si vuole bene?

Questo erano le feste in Vivaio.

Dico erano perché, purtroppo, tutte le cose belle finiscono. O meglio. Cambiano. E diventano, sempre, qualcosa di più di ciò che erano. 

Questo però mi ha ispirato. Mi ha fatto capire che se un gruppo di ragazzi e ragazze ben volenterosi si mettono sotto, escono robe davvero fighe. Abbiamo fatto di tutto e ne siamo sempre stati fieri. Serberò nel cuore, per sempre, la sera del 2 luglio 2016, quando abbiamo semplicemente guardato la partita tutti insieme.

Mi immagino uno spazio condiviso, da amici ed amiche. Dove ballare, parlare, cucinare, suonare. Dove fare corsi di formazione su come fare un CV o dove radunarsi per parlare di Pasolini o guardare un film della Marvel. Un luogo aperto a tutti. A prescindere dal proprio background e dalla propria storia.

Un luogo da vivere, con tutto ciò che ci caratterizza come giovani e come persone.

Un luogo in cui sentirsi accolti e tornare nei weekend, per chi, come me, lavora, per il momento, altrove.

Il Vivaio era tutto questo, ma il Progetto Vivaio deve essere di più.

Deve essere una associazione, un circolo. Perché è giunto il momento di diventare grandi e assumersi la propria responsabilità. Deve essere un luogo, perché le mura ci servono per darci una identità.

Sono (siamo?) aperti a tutti, a condizione che si riconosca la storia di ciò che il Vivaio è stato e se ne voglia portare avanti l’eredità.

Per quanto mi riguarda, potrebbe essere l’ennesimo progetto personale che non riesce ad essere quello che vorrei che fosse, ma qui è il punto: non voglio sia un progetto personale. Da soli, si fallisce. Insieme, ce la si fa.

Non credo nei self-made-men. Non credo nelle “persone che si sono fatte da sole”. Credo nei gruppi di persone con degli obiettivi. Credo nel movimento, quello vero, in cui tutti ne sono parte e non solo “il capo”.

Spero che sabato inizi una grande Nostra avventura.

Io ci sono.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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