Cammino frettoloso fuori dall’università. Rigorosamente senza ombrello. Prendo la mia giacca, di pelle nera, e la uso per coprirmi. Una immagine patetica, venti e passa anni e ancora giro senza ombrello. Incespico verso il mio piccolo mondo. Fatto di una pizza, un computer, una birra, un po’ di momenti di meditazione e automedicazione. Ogni tanto una sigaretta.
Qualche goccia mi colpisce.
“Non può piovere per sempre”. Chi ha inventato questa frase o non è mai stato nel Nord Italia o è un inguaribile romantico. Effettivamente non piove sempre, ma è un pericolo in agguato, costante. Sei lì, che ti godi la vita, che dai per scontato quel sole e poi sberebebem sei con il culo al freddo che tremi aumentando il passo sperando di scaldarti.
Ricordo però un momento. Avevo 13-14 anni ed con una gran cotta. La mia prima fidanzatina. Conosciuti in piazza nel mio paese. Per me era la più bella di tutte. Quando rideva e si vergognava, coprendosi il viso con la mano. Stavano venendo a prenderla.
Pioveva ed eravamo sotto il suo ombrello di plastica, le dico di chiuderlo. Lei mi guarda stranita. Ci baciamo sotto la pioggia. Ancora oggi ogni tanto mi chiedo cosa mi sia passato nella testa. Sarà che i film ci mandano sempre quell’idea del baciarsi sotto la pioggia. Sta di fatto che ricordo quella sensazione di caldo che veniva dalle nostre labbra allargarsi per tutto il corpo.
Nulla del resto del mondo contava, eravamo io e lei lì, sotto quello scroscio semi intenso. Non penso di aver mai imparato a baciare. Per carità, come in tante cose metto tutto il mio impegno ma il risultato è quello che è. Stante questo, quel giorno mi sono regalato un ricordo che ancora oggi in certi momenti mi scalda un po’ il cuore.
Sono passati circa dieci anni, da quella adolescenza.
Di sicuro sono rimasto imbranato uguale nella gestione dei rapporti umani.
E la pioggia è diventata la mia salvezza. Ci sono periodi in cui l’unica cosa che ho veramente voglia di fare è chiudermi in stanza e studiare, giocare al computer, leggere. Certo, non dico che odio l’interazione umana, però avere un mio spazio fisico dove poter essere da solo a solo mi è sempre piaciuto. La pioggia mi è accanto in questo. Cade, fuori, e mi avvolge nel suo abbraccio mentre io sono qui, sotto le coperte, che non mi sento in colpa. Che riesco a chiudere gli occhi presto la notte.
Ho passato mesi dormendo 5 ore a notte, cercando di vivere ogni giornata al suo massimo. Arrivando anche a non chiudere occhio direttamente, per paura di perdermi qualche momento. Invece in questo periodo riesco a lasciare tutto fuori dalla mia stanza. A sentire quel freddo e quella umidità che mi tengono i piedi un po’ gelati.
Qualche messaggio lo mando e mi fa piacere riceverne, ma il tutto al sicuro nelle mie quattro mura. Dove posso ricostruire in santa pace.
Riconosco di non essere una persona facile. Una storia con me, una relazione di qualunque tipo, mi azzardo a dire, è a distanza. Per questo quando piove mi sento in sintonia con la realtà. Posso essere al fianco di qualcuno e al contempo a dieci universi di distanza. Mi spiace quando si vede, ma non ci posso fare assolutamente nulla.
Potrai trovarmi lì quando hai bisogno, ma spesso quando ho bisogno io mi trovo a chiederlo a decine di migliaia di km. E così per me, quando qualcuno riesce a farmi sentire lì, in quel preciso momento ed istante, non ho assolutamente la situazione in controllo. Mi perdo nelle parole, negli occhi, nei silenzi e tutto diventa alquanto confuso.
Mi fa strano in quegli attimi, brevi e fuggevoli, non essere presente a me stesso. Abituato a vedere la situazione dalla quarta persona, trovarmi improvvisamente in prima persona mi confonde e spesso crea sconforto nel chi si trova a parlarmi in quei momenti. Un gatto che si morde la coda, direbbero alcuni. Altri invece, potrebbero dire che chi vale la pena di tutte queste riflessioni riuscirà un giorno ad andare oltre a questo mio essere lontano, ma vicino.
Nel mentre chiudo questa raccolta di gocce, fuori il cielo piange, la notte va avanti e posso dormire, nella pace della pioggia e dei rumori della strada.