Ebbene dopo 4 anni dall’ultimo mi sono finalmente decisa a fare il terzo. Una rosa Old School sul braccio. Ed ecco che con la stessa foga con cui le calze color carne irrompono nelle nostre vite al primo raggio di sole, un’idea mi ha folgorato: le 5 pene del tatuato,ovvero un decalogo ( pentalogo?umm…) delle cose che ogni tatuato deve affrontare o sentirsi dire.
1- L’ansia dieci minuti prima.
Chiunque abbia più di un tatuaggio può affermare che quel gorgoglio nello stomaco che ti perseguita mentre attendi sul divanetto del tatuatore è inevitabile, così come è inevitabile il terrore irrazionale provocato dal non ricordarsi quanto è stato tremendo l’ultima il dolore dell’ago in una scala dall’ascesso alle coliche renali.
2- il primo giorno.
Quello di ieri era il mio primo tatuaggio colorato e di modeste dimensioni e nessuno mi aveva avvertito di cosa sarebbe accaduto.
Nel giro di poche ore il mio tatuaggio si era trasformato in una pozza informe di sangue e inchiostro brutta come Sara Tommasi nei suoi momenti peggiori. Il panico nel pensare “adesso macchio tutto ciò che incontro” era accompagnato dagli sguardi delle persone che incontravo che vedendo il mio braccio ricoperto di sangue esclamavano a mezza voce “ahhh! ma ha fatto un tatuaggio!”
3 – Il prurito.
Dopo le bestemmie durante l’esecuzione e il bruciore del primo giorno arriva lui… Il Nemico del tatuato … IL PRURITO.
Lo aspettavi un po più in là, quando il tatuaggio sarebbe dovuto essere già in via di guarigione e invece NO! Eccolo li, già alla seconda sera a farti compagnia più insistente della vecchiarda che sul tram sette fermate prima ti chiede “deve scendere ??”
4 – L’indumento di cotone.
Il tatuaggio è delicato si sa e necessita di particolari cure… Qualunque tatuatore ti dirà “mi raccomando solo indumenti di cotone finché non guarisce!” e tu pensi “certo che problema c’è”, finché non arrivi a casa e apri l’armadio: la crisi ha colpito e le uniche cose che trovi di 100% cotone sono la camicia da notte scolorita di tua madre e una maglietta dei pokémon col tuo nome sopra di quando avevi 8 anni .
5- Le domande.
Ahimè, il punto peggiore. Peggio della domanda sul fidanzatino al pranzo di Natale che ti rivolge la zia coi baffi, peggio delle Hogan“Ma cosa significaaaaa??ma poi quando sarai vecchio come farai????”
Naoko