L’elefante che state immaginando ha le corna d’oro? - TheCio

L’elefante che state immaginando ha le corna d’oro?

Quel romanzo era rimasto lì a prendere polvere per un po’ di anni. 5-6 credo. Il titolo mi aveva da sempre incuriosito: Come gli u.s.s. Wandereers vinsero la Coppa d’Inghilterra di James Lloyd Carr. Ed era rimasto a prender polvere sullo scaffale perché, nonostante mi incuriosisse, era sempre stato lontano. Mi ero fermato all’ultima frase della prefazione:

«Ma questa storia è credibile? Dipende da voi, se volete crederci o meno»

E io non ci avevo mai voluto credere, era troppo distante da un qualcosa che potesse accadere: 11 scarponi che vincono la Coppa d’Inghilterra. Poi, come sempre mi succede, le cose rispuntano quando possono prendere un senso. E così, nel mettere in ordine il marasma di camera mia qualche mese fa, è rispuntato.

La storia racconta dell’impresa di una squadra di dilettanti che riescono a vincere la coppa d’Inghilterra, guidati dalle teorie calcistiche di Mr Kossuth, un professore profugo dall’Ungheria che, avendo fatto uno studio scientifico del gioco, è convinto di aver trovato i sette postulati indispensabili per il successo. Guidati da un ex calciatore che era caduto in depressione e che ritrova la grinta perduta, la squadra vince tutte le eliminatorie, arrivando a sconfiggere poi il Manchester, l’Aston Villa in semifinale e il Celtic Ranger in finale. Un concentrato di tutto quello che ci deve essere in una di quelle imprese sportive che passano alla storia.

«È possibile che questa storia incredibile possa sembrare reale anche se non è mai avvenuta?»

Questa domanda anticipa quella precedente nella prefazione. Non penso che James Carr potesse immaginare che sarebbe diventata realtà. Stasera, quando l’arbitro a Stamford Bridge ha fischiato tre volte di fila, quello che sembrava impossibile è diventato realtà. E quel romanzo, tanto distante e tanto fantasioso si è avvicinato alla realtà come non mai. Il Leicester è campione d’Inghilterra. Ha vinto contro tutti e tutto, contro il passato di ogni giocatore, contro gli sceicchi, contro gli scettici. Ha vinto con i suoi tifosi e per i suoi tifosi, che domenica dopo domenica aumentavano sempre di più. Il verbo di Ranieri ha dato i suoi frutti e chissà se magari, ad inizio anno, l’allenatore non si sia ispirato al romanzo di Carr. Poco importa, a me piace immaginare di si. Di certo, romanzo letto o meno, i postulati vincenti li ha trovati e ne ha fatto trapelare qualcuno strada facendo.

leicester«When we arrive there, then we look what we can do». Salvezza, Champions League, Titolo. Passo dopo passo, non può arrivare tutto subito.

«When we are desperate we make more more and more». Siamo capaci di tutto, perché “siamo disperati”.

Motivazione e piedi per terra. Basta vedere un’azione dei Foxes per capire quanto può fare differenza la “cattiveria”. Certo non c’era solo quella. Come quella squadra scende in campo è un capolavoro tattico, molto di più di semplice grinta messa a palate. Ma la motivazione, rimasta costante durante tutta la stagione, ha fatto la differenza.

James (Vardy, non lo scrittore del romanzo…che coincidenze è?) con la coppa tra le mani rimarrà la cartolina attaccata per un  po’ nel muro di camera mia. Una storia di riscatto, di uno che ha saputo attendere il suo momento e poi è esploso. La foto allegata parla da sola, i suoi occhi e le vene della gola rendono più delle mille parole che si potrebbero usare per descriverlo.

Quando nella cittadina di Streeply, nel libro, le strade vengono affollate da tifosi provenienti da tutta l’Inghilterra desiderosi di vedere con i propri occhi i Wandereers, autori di quella splendida impresa, il protagonista del romanzo, Joe (tuttofare della squadra), spiega anche il perché di tutto quel clamore.

«La grande eterna verità che appresi in quelle settimane fu il gran numero di persone al mondo che non hanno alcuno scopo nella vita […] E ora, sotto il loro naso, ecco questa storia di vita vera a lieto fine i cui protagonisti erano gente proprio come loro. E quelle povere anime pensavano: «La stessa cosa potrebbe capitare a me. A me! Se quell’umile gente di campagna è stata in grado di compiere gesta così grandi e memorabili. Allora posso farcela anche io. E così quello che accadeva a Streeple Sinderby infuse speranza nei cuori avizziti, corrosi e rattrappiti da ciò che la vita aveva fatto loro e da ciò che loro stessi avevano fatto della loro vita. E ciascuno di loro interpretò la nostra storia come più gli faceva comodo, come i dieci indiani ciechi che descrivono un elefante in base alla parte del corpo che stanno toccando».

Oggi, con quella immagine fissa negli occhi, mi chiedo quale dei dieci indiani ciechi voglio essere, e quale sia l’elefante che mi voglio immaginare grazie a questa storia. Capire quale sia la Premier League che voglio davvero alzare al cielo e, se l’ho già capito,  se sto facendo abbastanza per alzarla. Ricordandomi di quegli 11 giocatori che, partendo dalla propria storia personale, hanno avuto il coraggio di sognare un elefante con le “zanne d’oro”. Si, perché oltre la motivazione ci vuole il coraggio. Il coraggio di riuscire a puntare in alto, anche quando ciò che vogliamo sembra impossibile da raggiungere.

L’elefante che sto/state sognando, ha le “zanne d’oro”?

Grazie Leicester.

LucArnd

A cura di Ospite

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