Nel Flusso - TheCio

Nel Flusso

[Sottofondo musicale consigliato]

Era una calda mattina estiva. Sulla spiaggia io, te e qualche anima sparsa. La sabbia nei nostri piedi. La tua risata, cristallina e allo stesso tempo dirompente, come solo la luce degli abbaglianti nella notte del deserto biellese.

Ci buttiamo in acqua.

“Dai, che è fredda!”

Sorrido.

“Faccio due bracciate”

Nuoto, non tocco più. L’acqua non è pulita. Perdo anche la vista di che cosa è sotto di me. Una paura irrazionale si impadronisce di me. Nessuna creatura, esterna o interna, potrà privarmi del flusso. Chiudo gli occhi. Mi faccio cullare dalle onde. Un ricordo di un sogno di una notte adolescenziale.

Il cielo è strano. Sembra notte. Le stelle illuminano la tua strada. Ti trovi davanti a una sdraio. Su di essa una sirena coricata. Canta una canzone di cui non riesci a capire le parole, il cui aritmico andamento da una parte ti sconvolge dall’altra ti attrae. Si gira. Un sorriso a denti aguzzi. Continua la melodia. Sai che dovresti fermarti, scappare ma l’ineluttabilità della situazione ti guida. La quarta volta che continua a venire a trovarti di notte questa sirena. Ogni anno. Nello stesso periodo. La mattina vieni sempre svegliato, dopo aver aggiunto un nuovo tassello alla vostra storia.

“Te l’avevo detto che saresti finito solo. Vieni con me. Troverai le tue risposte lì, fra le onde.”

Riapro gli occhi.

Il mare è diverso. Di fronte a me una delle mie sorelline. Riprendo a giocare con lei.

“Papà, vado a farmi due bracciate, guarda Caterina.”

Il mare mi entra nelle orecchie. Chiudo gli occhi. Galleggio meglio. Lascio andare il pensiero. Briglie scolte, ripercorre il passato. I bivii presi. Apprezza il presente. Porte che credevi chiuse, strade che credevi asfaltate. Credere, fidarsi. Parole importanti. Non fatti.

In tutto questo. Il mare è rimasto lì.

Altra estate, altra notte. Tre cugini. Si parla e si ride. Malinconie immutabili lo prendono. Sorride pensando a settembre. Non saprà che anni dopo si ritroverà in una situazione simile, se non praticamente identica. Solo che lui sarà cambiato. Nuovo, avrà perso la pelle vecchia. Qualche cicatrice lì a ricordargli degli errori, ma nessuna ferita purulenta. Una determinazione che credeva impossibile perdere, tornerà nel momento del bisogno. No, lei non se ne era mai andata. Ignorata, in un angolo era rimasta aspettando il questuante. Con pietà lo riaccoglierà fra le sue braccia e lo plasmerà di nuovo. Perché fa parte di lui, perché è lui.

Non ho mai saputo ballare a ritmo. Il flusso però, quello l’ho sempre percepito. Ci sono volte che ho provato a mettermi contro di lui. Credevo fosse fuori di me, e provavo a contrastarlo. Il flusso ero io. Sono io. Sarò io. Il flusso non mi abbandona.

Quando le stelle, dall’alto della loro luce di morte, lo guardano e lo giudicano, il mare lo accoglie. Sempre. Ti verrò a trovare più volte, in più stagioni. Perché nel tuo infinito annego i miei piccoli e umani problemi. Tornando ad essere quel nulla che ero e che sarò.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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