Perchè ci piace Frank Underwood e non Matteo Renzi. - TheCio

Perchè ci piace Frank Underwood e non Matteo Renzi.

Sono sempre stato un fan acritico di Renzi. Ho speso ben €6 per votarlo a tutte le primarie a cui mi è stato permesso farlo. Non posso definirmi politicamente, ma di sicuro non rientro nell’elettorato medio del Partito Democratico. Detto questo, ho iniziato a seguirlo con piacere da quando questo “giovane” ha iniziato a farsi strada a livello nazionale.

La storia di un ragazzo che si scaglia contro un establishment vecchio e destinato a perdere o peggio a perdere anche quando si ha vinto. Il suo modo pragmatico ma al contempo retorico di porsi. L’uso di tutti gli strumenti possibili, l’uso del fuoco per combattere il fuoco. Figure e tecniche che appartenevano ad un modo di fare politica di quello che fino a ieri era stato tutto ciò che il Partito Democratico contestava.

I social. La newsletter. I discorsi. Le parole. Lo storytelling che quelli di sinistra odiano e si sciolgono appena provi a spiegarlo che potrebberlo farlo anche loro (SANDERS!) e vincere, ma preferiscono lasciare tutto al buon Matteo. Dai, parliamo di uno che ha le palle di dire “Se perdo il referendum mi ritiro dalla politica”.

Una cura maniacale, nulla lasciato al caso. Di sicuro sia nella rete che nei giornali c’è chi ha sviscerato questi discorsi in un modo molto più tecnico ed approfondito di me, ma io seguo Renzi con piacere per queste ragioni: ha sempre avuto un obbiettivo chiaro in mente e non si è fatto problemi a raggiungerlo.

Certo, come tutte le storie d’amore, abbiamo avuto degli alti e dei bassi. La sua ascendenza cattolica mi fa salire l’amaro in bocca. Ma il politico Renzi mi piace: ha chiaro cosa vuole raggiungerlo e come vuole raggiungerlo.

Mi si potrebbe dire che in politica quello che conta sono le idee, dove si vuole arrivare, con chi lo vuoi fare, perchè lo vuoi fare. Che è meglio perdere ma essere nel giusto.

Nella mia vita sono stato votato tante volte e devo ammettere che solo in una di esse ho usato mezzi e compagni di corsa che non mi convincevano totalmente. Mi sono redento con me stesso all’università, dove ho vinto coi giusti essendo nel giusto in un modo spettacolare. Quando vinci una elezione combattendo per ideali in cui credi, per battaglie che sai essere giuste e con mezzi che sai che non sono eticamente sbagliati è una grande emozione, è reale.

Quando lo fai con altri mezzi lo è allo stesso modo, ma manca un po’ di quel romanticismo, diventa tutto un vivere cinico quello che hai fatto e giustificarsi con se stesso quando fai “le cose”, dicendoti che hai lasciato da parte l’etica perchè sennò non avresti potuto fare quello che stavi facendo. Certo, per un po’ basta, ma dentro ti rimane il punto. Forse è questa la ragione per cui ho mollato la politica in quanto partitica, perchè non ho ancora quello stomaco e quella faccia da bronzo per cui posso accettare anche il compromesso riuscendo poi a dormire la notte.

Renzi dice di non dormire la notte. Perchè lavora. Mah. Neanche io ci riuscirei facilmente dopo atti come il Nazareno o pensare che governi con Alfano. Detto questo, non si esaurisce qui la mia idea di Matteo Renzi, ma il punto a cui voglio arrivare è questo: alle persone non piace. Il Partito Democratico si attesta su un terzo della popolazione e ho conosciuto persone parlare di lui con gli stessi toni con cui parlavo di Berlusconi giusto qualche anno prima. Quando dico che l’ho votato alle primarie la gente mi guarda malissimo, come se dicessi che mi diverto nel tempo libero a buttare i gattini nei fiumi o a togliere il cibo ai rifugiati siriani.

 

[Da qui in poi spoiler su House of Cards fino alla terza]

E poi tutti giù a guardare House of Cards, a gasarsi sbattendo le nocche sul tavolo e condividendo i link, le frasi e tutto il resto. Frank Underwood è un Matteo Renzi all’extreme: non mi ci vedo un ex boyscout buttare sotto la metro una giornalista. Chiunque segua un po’ la politica nazionale e abbia visto la serie, può trovare quanti parallelismi vuole fra le azioni del politico americano e quelle del nostro. Certo. Il nostro non suicida i Peter Russo di turno, ma si limita a dire loro: “Stai Sereno”. Anche se devo dire che mi vedrei bene Underwood dire “Tusk Who?”

Frank Underwood è un white trash. Per chi non sa cosa voglia dire è il tipo di Americano bianco ben descritto da True Detective. Chi non ha visto True Detective vada a vederlo, grazie. Per questi ultimi, si intende con questa espressione un americano bianco cresciuto in condizioni disagiate. Cacando lacrime e sangue e passando sui cadaveri di tutti quelli che gli hanno dato una mano, riesce a diventare Presidente degli Stati Uniti. Ogni azione della sua vita, dalla scelta del College al matrimonio, passando per le amicizie e le scelte degli alleati e delle/degli amanti è propensa verso questo obiettivo.

Ci affascina vedere fino a dove può arrivare un uomo. Una lotta titanica di ingegni e peli sul petto. Azioni compiute senza guardare in faccia nessuno, con una profonda conoscenza della natura umana ed una totale assenza di empatia per la stessa. Non penso di poter descrivere cosa significa House of Cards per me e non voglio accingermi a farne una analisi critica, perchè non sono un critico e non ho le conoscenze adatte.

Ma conosco abbastanza della natura umana per poter dire e affermare che chi lo guarda e si fomenta, come me, è perchè si rivede in quella serie. Qualche anno fa scrissi “Siamo tutti Peter Russo”. Era un periodo abbastanza poco positivo della mia vita, non ero padrone della mia situazione e mi sentivo fermo e legato. Compivo azioni senza volerle veramente fare e tentavo di scappare dalle tentazioni. Riuscendoci eh, ma il solo pensare di arrivare a cederci per me era un fardello molto pesante.

House of Cards è una potente raccolta di storie umane, in cui diverse persone ci si possono rispecchiare. Vedersi. Un altro personaggio che mi è sempre piaciuto è stato Doug: per lealtà ha fatto di tutto ma anche lui cede. Però poi si “redime” nei confronti del suo capo, compiendo atti quantomeno discutibili.

Ora, in questo periodo della mia vita, riesco a guardare Frank senza inorridire. Allo stesso modo in cui credo di aver capito solamente ora il finale di Breaking Bad e come mi fece rimanere male la prima volta. Ne parlerò poi in modo più approfondito.

Ognuno di noi è composto da tante parti. Quando si prova una sensazione negativa è di solito perchè queste parti, come le placche tettoniche, collidono fra di loro. Ed allora ci sono i terremoti. Una volta però che le parti da placche divengono diversi fluidi, essi si mescolano e il tutto diventa molto più facile da accettare.

Frank mi piace perchè ti dice le cose come stanno e come la pensa. Perchè non ha filtri con il telespettatore. Perchè non se la conta. Non crea uno storytelling, parla in modo diretto portandolo in questo grande massacro.

Una volta ammesso questo a me stesso e superato il trauma della delusione della terza stagione (delusione che poi viene affievolita per come vengono risolte certe storyline nella quarta), ho potuto guardare la quarta con un nuovo spirito.

Un nuovo fomento. Senza dovermi rivedere o non rivedere, senza dover mettermi ansia pensando a come mi comporto io e a quante differenze ci siano o meno fra la mia visione del mondo e quella di Frank Underwood. Perchè ho ammesso che anche io ogni tanto mi concedo una serie di piccoli vizi che mi rendono sereno.

Come Frank si fuma quella sigaretta ogni tanto, anche io mi concedo durante il weekend quelle piccole parentesi peccaminose. Come Frank ho iniziato a parlare sinceramente con me stesso, dando il nome giusto ai fatti, senza nasconderli dietro una narrazione. Dando loro il giusto peso.

E qui mi chiedo. Se anche voi siete arrivati dove sono arrivato io, riuscendo a guardare House of Cards senza inorridire e anzi traendone una sorta di piacere, perchè non ammettete la vostra umanità? Perchè non declamate anche voi “Nulla di umano mi è alieno”? Perchè dovete fingere di inorridire? Fare grandi paroloni di critica verso, appunto, i politici veri e poi nel vostro piccolo comportarvi in modi che renderebbero fiero questo finto Presidente degli Stati Uniti d’America? O anzi, mi allargo. Frank vi direbbe che se dovete provare a fare gli stronzi che non guardano in faccia nessuno, almeno fatelo davvero, non dietro ad uno schermo. Per poi scappare nella realtà.

Perchè ve la dovete contare?

Ed è qui la ragione perchè ci piace Frank Underwood e Matteo Renzi ci sta antipatico. Perchè il primo è un personaggio finto, non esiste, non è vero. Il secondo è come noi: ogni giorno si alza, mangia, vive, respira. Ed il secondo è il Presidente del Consiglio per davvero. Siamo così piccoli che non siamo capaci a criticare i politici in quello in cui dovrebbero essere effettivamente criticati (le policy, la politica internazionale, le leggi stesse) ma ci limitiamo a fare gli indignati su aspetti normali della politica (il compromesso, il lasciare da parte l’ideologia, il dover ogni tanto far contenti un po’ tutti). Perchè non siamo così grandi moralmente per ammettere che siamo invidiosi di chi ha raggiunto dei grandi risultati oggettivi personali (diventare Presidenti del Consiglio) e dobbiamo criticarne i mezzi o le presunte ragioni o l’assenza di esse. Quando basterebbe impegnarsi un po’ e si possono trovare un sacco di tematiche ben più pressanti su cui criticare Renzi.

Ma questo presumerebbe fare un grande lavoro su noi stessi e questo è faticoso.

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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