Più forte. - TheCio

Più forte.

2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace (Qo 3,2-8).

Ora è il momento di diventare più forte.

Nell’umana condizione della sofferenza ci si accorge di cosa è vero e cosa no, delle case di carta che abbiamo costruito con tanta perizia. Il vento arriva e crollano, nel silenzio.

Ore e ore investite, spese a creare castelli in aria. Realtà che ci erano evidenti davanti ai nostri occhi ignorate, smantellate, prese a pugni fino a farsi sanguinare le nocche.

Chi sei veramente ti inseguirà sempre come uno spettro finchè non arrivi ad accettar(ti)e quanto corrisponde a Verità.

 

La settimana scorsa era un giovedì. Aspettavo il Freccia Rossa per Torino. Vestito di tutto punto. Mi siedo e ascolto la conversazione di una ragazza che parla con sua madre

al telefono.

“Mamma secondo me il colloquio è andato malissimo, ma che domande del cazzo che mi facevano! Mi hanno chiesto cos’è il principio di Pareto! Gli ho parlato di triangoli e mi hanno riso in faccia!”.

Ero tentato dal dirle che il Principio di Pareto era il motivo del suo insuccesso: l’ottanta per cento dei nostri risultati dipende dal venti per cento dei nostri sforzi. In altre parole: spendendo bene il venti per cento delle nostre energie, possiamo ottenere l’ottanta per cento dei risultati che vogliamo ottenere. Non ci credete? Googlate.

Basta smetterla di spendere quel venti per cento del nostro tempo ad autocommiserarci. Smetterla di piangersi addosso e aspettare che qualcosa cambi da solo. Vogliamo cambiare? Prendiamo la situazione in mano. Chiamiamo i problemi con il loro nome. Il tempo della lagna è finito. Gli errori sono stati fatti. Da te, dagli altri, poco importa. Giunge l’ora di reagire. Diventare più forti. Far diventare la propria carne di metallo, non crearsi una armatura. Perchè l’armatura può essere scalfita, cambiata. La pellaccia è e rimarrà lì una volta indurita. Siamo arrivati fino a qui dopo tutto. Nel bene e nel male siamo cresciuti. Non siamo più i bambini presi in giro, lasciati in disparte perchè diversi.

Siamo adulti. Non indipendenti, ma adulti. Ed è ora di comportarsi da tali. Prendersi le proprie responsabilità e fare le proprie decisioni. tanto facile comportarsi sempre chiedendo consigli, come si aspettano gli altri. Vivere la vita che gli altri vogliono che viviamo, per raggiungere le loro aspettative incompiute. Ci sono attimi che vanno ad annientare anni e anni di fatica. Sfide che portiamo avanti ogni giorno di cui noi e SOLO NOI abbiamo la totale capacità di comprendere. Potremmo tornare indietro, ma non avrebbe senso.

Tanti dicono che la metà di chi siamo dipende dal contesto in cui cresciamo e l’altra metà dal nostro carattere. Io credo che dipenda tutto da come ci si pone. Se si accetta il contesto e si inizia a interiorizzarlo decidendo cosa tenere e cosa no, se si inizia a crearsi una propria struttura, allora le influenze esterne scendono. Non si annulleranno mai, ma almeno la nostra parte dobbiamo farla.

Parafrasendo Machiavelli, la metà di quanto ci capita viene dalla fortuna, l’altra metà da noi. Tutto questo però. dipende da noi. La nostra reazione alle delusioni, ai dolori, alla felicità, alla fortuna stessa è solo e totalmente nostra. Facile chiedere sempre consiglio, appoggiarsi agli altri in tutto e per tutto, creandosi maschere e sapendo che nulla di quello che facciamo risulta essere nostro. Preferisco fare un errore io che dover vivere la vita di qualcun altro.

Perchè se non possiamo decidere cosa ci succede, possiamo decidere SEMPRE cosa fare con quanto succede: faber est quisque fortunae suae.

 

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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