Hai mai provato a fermarti, per un secondo? Provaci, per davvero. Fallo mentre scendi dal tram, anche se sei di fretta perché dovevi essere a lezione venti minuti fa; fallo se stai camminando e sei in ansia per un appuntamento con un ragazzo o una ragazza che ti piace. Fallo anche se devi solo incontrare degli amici, o andare al supermercato a comprare i biscotti che ti piacciono, o se sei semplicemente uscito per fare una passeggiata e prendere una boccata d’aria. Fermati ed evadi la tua routine, il tuo programma, la tua scaletta, le tue cose da fare.
Prova a prenderti un istante solo per te, con le mani in tasca e le tue cuffiette bianche che ti sparano a palla nelle orecchie la canzone che ti piace. Guarda le cose che ti passano a fianco, le cose che vedi tutti i giorni della tua vita: quell’albero che domina il parco vicino a casa, che quotidianamente ti fa ombra quando passi per via dei Mille, e adesso che ci fai attenzione non ti eri mai accorto che fosse così vecchio. Osserva quel signore della bancarella dei libri, quello col maglione di lana verde scuro. Chissà chi lo ha amato, chissà chi lo ha perduto. E quali sono i suoi sogni, i suoi segreti, le sue più profonde e impenetrabili paure. Guarda le moto dei liceali parcheggiate dietro la biblioteca, con i loro colori di plastica sbiadita e gli adesivi consumati dalla pioggia e dal tempo, ma che sembrano resistere a tutto, alimentate da folate di speranze e giovinezza.
Insomma, prenditi un attimo e guarda quello che più ti incuriosisce o ti commuove: un gatto che attraversa veloce la strada, il fiume che ravviva la città grigia, gli uccelli che saettano veloci da un albero all’altro, una bambina che tiene la mano a suo padre. Non importa che cosa, non importa quanto: bastano pochi istanti per afferrare la semplicità delle cose e scavarci dentro per trovare la bellezza. Ti basterà un secondo per esserne sopraffatto, per provare la sensazione di conoscere l’inesauribile armonia di tutti gli elementi; per renderti conto che ce n’è così tanta, di bellezza, che ti basterà un secondo per essene soverchiato, per sentirti davvero vivo.
Foto del solito Nicolò Ramella