Una sera, davanti al Privi. - TheCio

Una sera, davanti al Privi.

A Biella c’è una zona dove si trovano 5 locali e lì si raduna la maggior parte dei giovani. Quella via, la via davanti al “Privi”, è sempre stata una sorta di terreno di prova. Arrivi, trovi tante persone che conosci o non conosci e tendenzialmente la sera se ci passi è molto probabile che succedano cose. Volente o nolente ti presenti al cospetto di tutti, di chi ti sta simpatico e di chi non vorresti incontrare. Arriva l’estate e poi c’è chi torna, chi riappare, chi avresti pensato di non rivedere mai più.

Passano gli anni e le sere, davanti al Privi, mi rimangono sempre fissate nella memoria.

2009

Guardavo il mio cellulare, uno di quelli vecchi vecchi. A quei tempi messaggiavo con una ragazza di Borgosesia, conosciuta per vie traverse. Per farmi arrivare i messaggi, a casa, dovevo sempre mettere il cellulare in una posizione che ricevesse, dato che non era ancora coperta come oggi. Mi ricordo che guardavo il cellulare sbuffando conscio di star perdendo tempo con una che con me aveva ben poco a che fare.
Ci messaggiavo per non sentirmi solo.
Mentre la mia cumpa baccagliava, io ero lì, a guardare il mio telefono. La tastiera scricchiolava, il pulsante centrale era rotto ma ne ero parecchio affezionato. Ci scrivevamo cose insulse e senza senso. Ad una certa smisi di scriverle e iniziai a guardare le lampade. Ora non mi sembra ci siano più,quelle lampade.
Le guardavo e mi chiedevo se ero destinato a vivere di queste relazioni effimere, senza senso. Se tutto ciò che mi avrebbe dato il domani si sarebbe concretizzato semplicemente in un paio di baci, di abbracci e qualche ora insieme a qualcun altro che si sentiva solo come me.
Mi ricordo che andai a dormire sconsolato, con il cellulare spento, svegliandomi il giorno dopo all’una perchè non avevo proprio voglia di uscire dal letto.

2011

Camminavo ed ero io in mezzo a tre ragazze. Ricordo che ordinammo un Rhum e Pera. Avevo un paio di scarpe orribili, laccate nere comprate nell’ultima gita a Lione da Zara per €20. Gita in cui riuscii ad escoriarmi metà della schiena facendomi portare in giro per i piedi sulla moquette.
Mi muovevo con il mio passo particolare e le sentivo ridacchiare. Una di loro chiese all’altra se fossi io, quello di cui le aveva parlato.

“Sì, è lui, quello intelligente.”

All’inizio mi sentii un po’ offeso. Perchè? C’era quello carino e io ero quello intelligente?

Con gli anni ho imparato ad apprezzare ciò che sono, ma quel fastidio di quel commento mi rimase per qualche anno sotto la pelle, lì, che latitava. Mica sono un filosofo io, che devo essere quello intelligente. La sera andai a dormire molto stranito, era un venerdì. Mi ritrovai il sabato sera dopo per Via Italia, stranito. Rincontrai una di loro che mi sorrise in un modo strano.

La domenica aprii gli occhi e mi alzai girondolando per camera. Poco convinto inizai a studiare.

2014

Portavo una giacca elegante ed un paio di scarpe, eleganti pure quelle. Ero mano nella mano con la mia ragazza, quando un ragazzino, visibilmente ubriaco, mi guardò ed esternò senza mezzi termini il fatto che io fossi un trentacinquenne e che andava a minorenni.

Lì per lì dissimulai, ridendo e non dicendo nulla. Le classiche situazioni dove la risposta giusta ti viene quindici minuti dopo mentre stai bevendo una Coca Cola e facendo finta di divertirti mentre balli canzoni che ti fanno cagare. Ora, che è il 2016 e sparo risposte da Bomber ai milanesi imbruttiti, mi sembra così strano e irreale. Però, è successo.

Tornai a casa, lei si addormentò dopo quindici minuti. Io, prima di mettermi a letto ed accoccolarmi vicino a lei mi misi nudo davanti ad uno specchio e mi guardai. Avevo occhiaie fonde, una faccia deformata nei lineamenti, un fisico in cui non mi ci rispecchiavo. Così mi misi a piangere sul water. Lei dormiva beata e tranquilla, con i suoi capelli sul mio cuscino.

Riuscii ad addormentarmi alle cinque, dopo aver letto un po’. Il mattino dopo dormimmo fino a mezzogiorno e mi salutò con un bacio, io le sorrisi, tenendomi tutto dentro.

2016

Non credo che quando un filosofo tedesco parlasse di Eterno Ritorno si riferisse al tornare ciclicamente negli stessi posti ed in situazioni simili, forse si riferiva proprio a quello ma non penso proprio all’essere davanti ad un bar a parlare.

Mi sono sempre sentito inadeguato, non pronto, senza mezzi.

Così, ogni volta in queste occasioni semipubbliche, passavo il tempo a guardare gli altri e le loro reazioni. In queste sere ho guardato qualcuno in particolare:persone. Ed eravamo io e loro, in mezzo a tutti. Discorsi, abbracci, baci sulle guance. Sentirsi un po’ meno soli ed un po’ meno preoccupati del domani. Parlando della vita, delle proprie preoccupazioni e del dove vogliamo tutti fondamentalmente andare: in un futuro più sicuro dell’incertezza di oggi.

Le situazioni tornano, noi cambiamo. Il giorno dopo mi chiedono di andare a camminare in montagna e così vado con l’altro compagno di questo viaggio dai capelli verdi. Camminiamo, scaliamo le nostre colline interiori e ci troviamo a più di duemila metri, con io che esclamo “Che figata, che figata”. La nostra coppia di amici sorride vedendo due bambini che si inoltrano nel verde, un po’ per la prima volta.

Mi ritrovo poi la domenica sera a sentire il gruppo di Lore. Finiamo a cantare sotto il terrazzo di uno dei locali della zona questa canzone. Sì, ho bisogno di aiuto, di qualcuno che mi possa ascoltare e alleviare un po’ le spalle dal peso di queste settimane troppo strane per poter essere delineate davvero. Però noto che rispetto ad una volta ho le spalle più grosse.

Non sono più inadeguato, sono pronto e sento di avere i mezzi per poter affrontare il mondo al di fuori delle mura sicure della casa e dei rapporti di chi mi vuole bene e a chi voglio bene. Certo, ogni tanto sarò lì, nella zona del Privi, ma nuovo, cambiato. Le situazioni torneranno, le mie reazioni saranno nuove. Migliori, oserei dire.

E apprezzo questi piccoli passi in avanti, verso un domani che forse diventerà più vero e meno fumoso.

Forse.

Decio

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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