Premetto, prendo spunto dal mio buon amico Lorenzo Sereno e butterò giù queste poche righe di getto, dopo un paio di giorni per metabolizzare quello che è stato il week end appena passato.
Sabato e domenica sono stato a Cesena per fare il volontario a That’s Live.
Faccio un passo indietro e vi spiego meglio. That’s Live è la seconda scommessa dei Rockin’1000, che lo scorso 26 luglio, dopo mesi organizzazione, hanno girato un video dove 1000 musicisti suonavano Learn To Fly dei Foo Fighters chiedendo a Dave Grohl e compagni di venire a suonare a Cesena (allego il video per farvi un’idea di questa follia).
La risposta arriva in meno di 24 ore dal leader dei FF che con un “Che bello, che bellissimo”, accetta l’invito e promette un live a Cesena.
I Foo Fighters arrivano il 3 novembre, io con un miracolo ho il biglietto fra le mani. Vado a Cesena e ho il primo approccio fisico con la magia Rockin’1000. Si sente nell’aria, si vede negli sguardi, quello non è un concerto come gli altri, quella è una festa.
Ma non mi dilungo, ci sarebbe troppo da raccontare, ci sarebbero troppi aneddoti.
Torniamo a That’s Live. Questa volta la scommessa non è un video, non è un evento isolato, questa volta è un concerto intero, di 15 brani più bis suonato da 1000 persone in uno stadio. MILLE PERSONE. Non mille professionisti, ma persone. Bambini e meno bambini, metallari e non, chi lo fa per lavoro e chi è solo un appassionato.
Non so bene come raccontarvelo, come spiegarvi che cosa vuol dire vedere 1000 musicisti sul campo di uno stadio suonare a tempo perfetto, guidati da un maestro su una torre e delle luci che fanno da metronomo.
Tornando a me, sono arrivato con la mia amica Chiara per fare il volontario, non sapendo minimamente cosa dovevo fare, ma volendo assolutamente farne parte, anche se era la goccia in un oceano.
Mi sono ritrovato ad accogliere i musicisti, dargli le cuffie per le basi, distribuire pasti, portare bottiglie d’acqua, spostare tavoli. Ma sopratutto ho trovato entusiasmo, gioia, voglia, passione, altre 100 e più persone che arrivavano da ogni parte d’Italia per dare un minimo contribuito a questo spettacolo.
Mi porto dietro tanto da questi due giorni, mi porto dietro i sorrisi e il sollievo degli organizzatori quando il concerto inizia e Bitter Sweet Symphony risuona all’Orogel Stadium Dino Manuzzi.
Mi porto dietro il sudore dei volontari, le loro lacrime durante il concerto.
Mi porto dietro le cornamuse con il kilt, che entrano nello stadio come delle star.
Mi porto dietro lo spot contro il razzismo più bello del mondo, quando un bambino di colore scopre di essere inquadrato sui maxi schermi 5 minuti prima dell’inizio del concerto, alza le bacchette al cielo e lo stadio esplode come fosse la finale dei mondiali.
Mi porto dietro Fabio Zaffagnini che con una semplicità di un altro pianeta porta la voce della musica e non solo da una piccola provincia a tutto il mondo.
Insomma, mi porto dietro tanto, molto più di quello che potevo anche solo sperare.
Domenica a Cesena si è fatto un pezzo di Storia. Perché le scommesse impossibili esistono, e vengono anche vinte.
Perché dei ragazzi con un sogno lo fanno diventare realtà, per loro, per 1000 musicisti, per gli ambassadors, per tutti quelli che credono ancora in questa Italia e nelle follie.