Piazza Vittorio, è un pomeriggio fresco e soleggiato, l’ideale per quattro chiacchiere davanti a una bevanda ghiacciata. Zio e Antonio si guardano in giro. Il vento alza la gonna di una signora abbronzata e sulla cinquantina, che subito, colta da un improvviso imbarazzo, si piega sulle ginocchia, rimettendo tutto al suo posto. I due sorridono, poi si scambiano un cenno d’intesa. Allora Zio dà una pacca sulla schiena ad Antonio e indica un tavolino che si è appena liberato.
Z: – Sediamoci qui che è fresco.
A: – Va bene, ma sto poco io che dopo devo vedere quella tipa dell’altra sera.
Z: – Tanto sei frocio.
A: – Stai zitto!
Z: – Ma sì, siete una generazione di froci, voi. Sempre lì a mandarsi messaggini, chattine, faccine e che cazzo ne so io.
A: – E come le conosco le tipe secondo te?
Z: – Che cazzo… ai miei tempi lo sai come le conosceva lo zio?
A: – Sentiamo, come?
Z: – Mica con le storie su Instagram, che quelle solo i coglioni come te le fanno.
A: – Sei vecchio Zio.
I due si guardano con aria di sfida. Zio allunga le sue braccia dietro la schiena e si sistema gli occhiali da sole mentre Antonio scorre distrattamente con il dito lo schermo del suo cellulare. Entrambi sono sul punto di aggiungere qualcosa, ma nessuno, per il momento, dice niente.
Z: – Zio ficca, zio ficca e basta. Altro che messaggini e storielle… che poi, io queste scimmiette che si chiudono labbocca non le capisco. Fammi accendere per favore.
A: – Non ce l’ho l’accendino.
Z: – Cazzo. Sei inutile lo sai? Vabbè… Comunque hai capito no? ti dicevo, abbiamo fatto il test alla macchina, la diagnosi, novanta euro, capito.
A: – È la tua scalata al successo, così dice quella canzone. Parla di te.
Z: – Non la conosco.
A: – In tante canzoni si parla dei soldi, che ce la si può fare. Tu ce la farai.
Z: – Non la conosco ti ho detto. Ma sì, hai proprio ragione.
(Pausa)
Z: – La Juve su Higuain, minchia.
A: – O diamo via Pogba, o niente.
Z: – La Juve non ha soldi.
A: – Come non ha soldi?
Z: – No, non li ha. I soldi veri ce li hanno il Barcellona o il Real Madrid, mica la Juventus. Dammi da accendere per favore.
A: – Ti ho detto che non ce l’ho. Io, comunque, lo prenderei.
Z: – Aspetta. Che chiedo d’accendere a questo qui che passa. Guardalo, lo si vede che è un fumatore.
A: – Da cosa? Da cosa lo si vede?
Z: – Lo si vede perché cazzo, guardagli i baffi gialli e la pelle a chiazze, guardagli gli occhi. Questo qui è un fumatore, lo si capisce.
(Chiede da accendere)
Z: – Visto? Lo si capisce.
A: – Quindi anche tu diventerai così, no?
Z: – No. Lo zio ficca, chi ficca non muore mai.
A: – Io sì che sto morendo, con questo caldo. Ordiniamo da bere. Voglio un caffè freddo.
Z: – Io mi prendo una gassosa. Che ieri sera abbiamo ballato tutta la notte e ho la bocca asciutta.
Antonio sorride alla cameriera, poi fotografa il caffè freddo che gli è stato appena servito.
Z: – Ma guardati, che cazzo combini, razza di scemo.
A: – Lo faccio vedere a Stefania.
Z: – Giusto, vero che voi froci adesso fate vedere le foto dei caffè.
A: – Oh, ma sta’ zitto!
Z: – Vuoi sapere che cosa ci farebbe vedere a Stefania lo Zio?
A: – Fuck.
Z: – Cosa? Fac?
A: – Fuck, in inglese, vuol dire “fottere”, oppure vuol dire vaffanculo.
Z: – Vuoi sapere se lo zio ieri ha ficcato?
A: – Sì.
Z: – Lo zio ficca, lo zio ficca sempre. Mica sto come te a mandare le scimmiette sul telefono e a fare le storie su Instagram.