Capriole di fumo #6 - Che cosa succede quando ci innamoriamo a prima vista - TheCio

Capriole di fumo #6 – Che cosa succede quando ci innamoriamo a prima vista

Le capriole di fumo salgono verso l’azzurro del cielo e durano il tempo che devono durare. Guardandole volteggiare ci si può inventare una storia, far rivivere un ricordo d’infanzia, immaginarsi in viaggio verso un mondo di fantasticherie o semplicemente osservarne la rara bellezza.


Come prima cosa, mi va di dirti questo: che prima di incontrare te questa sera, ho dubitato così a lungo delle logiche astronomiche, speso fior di energie a cercare anche solo di comprendere una briciola di quella caotica combinazione di eventi che noi chiamiamo caso o destino, che ho avuto davvero paura di spegnermi come una debole fiamma, di essere consumato dall’angoscia e dalla consapevolezza di essere in balia degli eventi senza poter far nulla. Eppure ora sei capitata tu, caso destino o combinazione astrale, e come è facile prevedere, tutte quelle mie valutazioni, quelle convinzioni che mio dio se mettevano i brividi anche solo a sfiorarle col pensiero, sono andate tutte a farsi benedire, come un castello di carte che mi crolla davanti, buttato giù dall’impeto del vento; solo che sotto quello stupido castello ci sei tu, principessa di un mondo che ancora non conosco, ragazza pallida con un rosso vivo fra le labbra e l’infinito nell’azzurro dei tuoi occhi, una bellezza monacale che di certo nasconde un caos di progetti, di idee, di sbagli e di lacrime. Un po’ come me. Un po’ come tutti, del resto.

Vorrei dirti un’altra cosa, dunque ascoltami bene: non ho idea di quello che farò ora. Nessuna. Quindi perdonami se risulterò piuttosto fuori luogo e impacciato. Voglio dire, qualcosa mi inventerò, sta’ tranquilla. Sto cercando di capire se fumi per chiederti l’accendino, o se magari ti avvicini alla playlist per mettere una canzone che per questa sera sarà la mia preferita, perdona la bugia, è che mi servirebbe una scusa che proprio ora non trovo. Ma devo far qualcosa, è tardi, la festa sta finendo. Devo far qualcosa, altrimenti sono fregato.

La terza cosa che voglio dirti è breve: sei bella e mi sembra assurdo che nessuno abbia ancora pensato di venirti a parlare. Lo so, ti suonerà come una banalità, ma quando ci si innamora a prima vista si è un po’ scemi. Un po’ come i poeti. Un po’ come i bambini.

Ecco, ci siamo. La quarta cosa che voglio dirti, in realtà, sarà la prima che ti avrò detto veramente: è molto semplice: ciao, hai una sigaretta? Sì, d’accordo, poteva uscirmi meglio. La verità è che non sono bravo, non so come si fa. E poi mica l’avevo previsto, che diamine! io a questa festa ci ero venuto solo perché poi domani Maria parte e chi la vede più; ma ora è troppo tardi e tu, senza nemmeno saperlo, fai già parte di qualcosa, di un’esperienza visiva, di uno stupido ciao, hai una sigaretta?

La quinta cosa che voglio dirti, a dire il vero, non so proprio se te la dirò mai: il punto è che ora tu fai irrimediabilmente parte di me. Sì, ti sei spaventata, ma aspetta che mi spieghi meglio. Ciò che voglio dire è che, volente o nolente, ricordo o storia da raccontare, momento o vita, istante per sempre, tu non lo sai, ma ora fai parte di me, a dire il vero, più di qualsiasi altra cosa si sia mai palesata davanti ai miei occhi. Non so se domani sarai assenza, ricordo o qualcos’altro. Domani… chissà.

C’è dell’altro, aspetta. L’ultima cosa che voglio dirti è questa: ora tu puoi fare di me quello che vuoi. È strano, forse lo percepisci dal tono della mia voce o dal modo in cui agito nervosamente le mani mentre ti sto parlando; forse lo sai perché lo sai e basta. Il punto è che ora tocca a te. La palla in mano agli eventi. Io me ne starò qui, conscio che quando ci si innamora a prima vista, non si può proprio fare niente, che opporsi a tutto questo, sarebbe come provare a placare un oceano in tempesta.

Lorenzo Martinotti

Foto di Carola Perinotti

A cura di Lorenzo Martinotti

Musicista - scrittore - studente di lettere. Il resto conta poco.

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