Arrangiamenti a/di parole #2
Si vive al ritmo di una musica silenziosa, fatta di intervalli di parole e silenzi, scandita dal tocco leggero del respiro.
Qui per la canzone di questo brano.
Non resta niente, se non impronte di dita nella polvere, piccole macchie che lentamente vengono inghiottite dal tempo che passa. Eppure, mentre loro man mano si cancellano dalla copertina di quel libro abbandonato da troppo sul comodino, io sento ancora quei frammenti di tempo sotto i polpastrelli seccarmi le mani. Questo è tutto quello che rimane, polvere a coprire ogni cosa d’apatia, unica misura per vivere il cambiamento, un millimetro alla volta, granello dopo granello; ed è tutto grigio: il cielo, i muri della città, le mie mani piene di nulla, se non polvere.
Vorrei ricordarmi la sensazione delle tue mani sulla pelle, ma non c’è nessun raggio di sole per immaginare il tocco tiepido delle tue dita lungo il mio volto, solo la luce fioca dello schermo illumina il buio della stanza. E forse dovrei smetterla di cercare la tua presenza in ogni parola e il dolore della mia assenza in ogni azione, ma non resta altro in questa stanza vuota se non l’immagine sbiadita di me che hai lasciato indietro. Strati di polvere si accumulano, piroettando leggeri, e pian piano dei ricordi non rimane che un alone grigio in cui scavare, in cui perdersi, in cui venir ricoperti. Quando tutto sarà sommerso da nuvole cineree e lo scorrere del tempo avrà cancellato la mia coscienza, il tuo respiro riuscirà a spazzare via tutto questo dolore accumulato?
Non resta niente, tutto si sgretola in sbuffi di rimpianto e solitudine che aderiscono alla pelle. Nulla a cui aggrapparsi per rimanere a galla in questo mare, solo onde di disperazione in cui affogare. E delle volte inganno questa sofferenza soffocante tracciando segni chiari nella polvere, disegnando il profilo indistinto che rivedo ad occhi chiusi, ma tutto sbiadisce contro questo sfondo grigio e sembra vuoto, inutile.
Non resta niente, solo polvere a ricoprirmi.
Non resta niente, solo vuoto a perdere.
Gettato anche l’ultimo scatolone con sopra il tuo nome, chiusa la porta alle mie spalle, lascio scivolare uno ad uno i ricordi di te con l’acqua del rubinetto. Rimane solo la polvere sotto le unghie, nera contro il pallido delle mie dita, e una stanza vuota. dove il tempo si è fermato. a urlarmi contro tutti gli sbagli che mi porto dietro.