“Sì, continuiamo, ma bene così”.
Chiude la telefonata, esce dal bagno.
Non un sorriso, neanche un sospiro di sollievo, solo la forza di mettere quell’altro piede davanti all’altro. Sì. Dopo anni che combatte una battaglia contro se stesso, ha capito che bisogna apprezzare le piccole vittorie.
L’alzarsi la mattina dal letto. Il riuscire a esprimere i propri sentimenti. Piangere. Aver ricominciato a sentire qualcosa nel petto.
Non ha ancora capito se sia la fortuna che le sue persone siano rimaste nella sua vita, o l’altrettanto grande fortuna di averne incontrate anche delle altre. Incerto, avanza nel domani. Ricordando, come se fosse ieri, tutti quei giorni in cui era arrivato al punto di rottura.
Ora, da lucido, un sorriso amaro trova spazio fra le sue guancie. Si ricorda di ogni attimo, di ogni secondo. In quei momenti, il mondo viene sostituito da uno scenario dai contorni irreali. Si diventa piccoli, minuscoli. E quello che può sembrare normale, diventa una sfida titanica. Che perde. Se è da solo, pensieri distruttivi trovano spazio nella sua mente. Se è in mezzo agli altri, la mente corre, annaspa per trovare l’aria, mentre con il corpo è fermo e immobile e prova a fare un discorso sensato.
Gli occhi vagano, incapaci di concentrarsi su quelli di chi sta di fronte, cercando di vedere se il mostro si aggira intorno ancora, quando in realtà ha già preso il controllo.
Sì.
Quell’attimo. Quando il mondo crolla, il cielo si distrugge e pezzi di esso crollano tutto intorno. Gli altri, quelli intorno, non vedono, non capiscono, tutto come se fosse sempre la stessa storia. In cui il tuo mondo diventa solo e solamente tuo. Se sei fortunato, puoi avere qualcuno al tuo fianco, ma quei minuti, che sembrano secoli, sono e rimarranno solo tuoi.
Allora, quando ti ricordi di tutto questo, di quello che hai superato, del fatto che esiste un domani, tutto diventa più piccolo. Il Capo, le Paure, le Ansie, le Persone, il Rumore, diventano un nulla, un quotidiano, una piccola parentesi, per chi ha passato quei momenti.
Perchè, dentro di te, con le lacrime che ancora scorrono sul tuo viso ed il cuore che ricomincia a battere ad un ritmo umano, sai che tornerà. E magari sarà più dura. E magari anche questa volta dovrai chiamare tua madre al telefono chiedendo aiuto.
Ma vai avanti comunque, passo dopo passo, giorno dopo giorno. Perchè hai raggiunto il punto di rottura. Ma l’hai superato. Diventa parte di te. Un qualcosa che sai che prima o poi gestirai, fino ad arrivare, un giorno, a non sentire la vita come un macigno, ma come una sfida quotidiana, da vincere ogni giorno. Allontanerai il punto di rottura, piano piano, fino a quando non ti sembrerà che un vago ricordo.
Mai fare questo errore. Perchè l’aver superato il punto di rottura sarà sempre la tua forza.
Hai sconfitto quello.
Chi può vincerti, se non ti sei vinto nemmeno da solo?
Decio