Ultimamente sono agitato. Sarà la primavera. Quello che succede. Trump. Gli attentati. Le morti insensate. I profughi. I discorsi fatti con gli amici.
Mi sento tremendamente vivo. Non so per quanto potrò andare avanti così, c’è chi dice che ci sono persone che dormono quattro ore a notte. Pensavo fosse impossibile, ma mi sto trovando a capirle.
Volente o nolente in questi giorni mi trovo a dover rispondere in modo veloce ed immediato alle grandi domande della vita. Sto imparando ad ascoltare gli altri e a prendere appunti. Perchè ho capito che da solo di sicuro una risposta non la trovo.
Che senso ha sprecare la propria vita facendosi eslodere? Quale è il grande significato dietro alla morte di sette ragazze perchè un autista si è addormentato? Dove trovo la ragione per cui ci sono persone che dicono che dovremmo ricacciare indietro dei bambini che scappano dalla fame e dalla guerra?
Sto facendo le scelte giuste?
Cosa succede se le scrivo?
In tutto questo, ringrazio di avere la fortuna di potermi alzare ogni mattina e di mettermi in cammino.
Oggi in tram ho visto una ragazza leggere un fumetto.
Stasera, dopo francese, avrei potuto declinare l’invito di amici a farmi un giro. Invece, abbiamo parlato e camminato per due ore. Non so se questo sia derivato dal bisogno di vicinanza di fronte all’ennesimo attacco nel cuore del nostro mondo. Come le coccinelle, che quando fa freddo si mettono vicino l’una alle altre. Non riesco a capire le ragioni per cui sono entrato su TS e ho parlato un po’ con gli altri miei amici. Mi sfugge il perchè ultimo dell’aver messaggiato con uno con cui ho condiviso gran parte della mia vita, prima di andare a dormire.
Le ragioni, non le ho. Il significato di queste azioni sì: questo grande tutto alla fine si relativizza. Ciò che mi rende veramente sereno sono queste piccole cose. Il sapere che ci sono persone che vogliono sapere come sto e che questo è un sentimento ricambiato. Un amico che ti spinge a mandare quel messaggio. Se non risponderà, non è poi la fine del mondo.
Passo la vita a dare una importanza immensa a piccoli atti e piccoli avvenimenti mi cambiano la giornata. Forse dovrei smetterla di vedere il prima ed il dopo e concentrarmi sull’adesso.
Sono pervaso dal dubbio. Che voglio fare, davvero, nella vita?
Bruciandomi ho capito una piccola verità: che è già bello così. Che la quotidianità di un rapporto, il sentirsi vicini anche se lontani, il vedersi anche solo per scambiare due chiacchere, sono tutti piccoli mattoncini nella creazione di una vita serena.
Mentre tornavo a casa ho acceso una sigaretta e ho messo le cuffie. Tra una canzone e l’altra mi capita l’ultimo singolo di Jovanotti. Chiunque è un musicista lo detesta, a me piace. Sarà la semplicità di quello che canta. Sarà che in questo momento della mia vita ho bisogno di qualcuno che mi spinga a essere il meglio che posso essere, a diventare ogni giorno più vicino a quel 99,9%.
In questo modo mi trovo a dare un nuovo significato ad ogni giorno. La routine non esiste. L’eterno ritorno dell’uguale è una menzogna per chi non vuole vivere appieno.
Che non significa essere felici. Significa anche essere tristi. E allegri. E eccitati. E impauriti.
Perchè fortunatamente mi ritrovo ad essere a quel livello della piramide di Maslow dove non devo andare a soddisfare i miei bisogni basilari. So di ambire e che questo ha un costo. Ma se vuol dire dormire poco la notte e fare sogni ad occhi aperti, sono pronto a pagarlo.