L’attesa sta per finire, tra poche ore si saprà chi tra Juventus e Barcellona coronerà il sogno Triplete. Quale tra le due terminerà la stagione con l’alloro più prezioso d’Europa e più remunerativo del mondo.
Si affrontano due squadre arrivate a Berlino attraverso un percorso per certi versi speculare; Luis Enrique dopo che il suo tiki taka era stato umiliato dalla serie A è stato in grado di recuperare il gioco armonioso di Guardiola che ancora non si era sgretolato del tutto dopo le parentesi di Villanova e Martino. Ora il Barcellona coniuga la capacità di coprire il campo alla perfezione e di non far respirare l’avversario infusagli da Pep con una nuova propensione a verticalizzare, a colpire direttamente e implacabilmente l’avversario senza necessariamente fare partecipare tutto il centrocampo alla manovra offensiva. Innegabile che questa situazione è resa possibile dall’incredibile potenziale offensivo di cui dispone il Ct Luis Enrique; Messi, Neymar e Suarez costituiscono il reparto di attacco più forte del mondo e uno dei meglio assortiti degli ultimi quindici anni. La juve sa che molte delle sue possibilità di vittoria dipenderanno dall’impedire sul nascere i rifornimenti al tridente blaugrana, perché contro gente così, soprattutto in campo aperto non resta che difendere con il rosario in mano.
Dall’altra parte una Juventus che dopo la burrascosa estate scossa dall’abbandono di Conte è cresciuta in convinzione e in personalità partita dopo partita.
Da un girone giocato con il freno tirato e una pericolosa propensione alla frittata difensiva passando per la gara di ritorno di Dortmund dove definitivamente si è capito che questo gruppo poteva quantomeno giocarsela con le big d’Europa.
Come il collega spagnolo Allegri ha riciclato la struttura fondamentale della squadra avuta in eredità da Conte e vi ha poi gradualmente infuso le sue idee tattiche e soprattutto motivazionali, ridando ossigeno a un ambiente stressato e deluso dalla nefasta campagna europea 2013/14.
Il sorteggio, è vero, ha sempre avuto un occhio di riguardo per i piemontesi ma la Juventus ha saputo sempre imporsi sulle avversarie del suo cammino, cosa che l’anno scorso contro avversarie ben più deboli non era stata in grado di fare.
L’esplosione di Morata, una grandissima compattezza di squadra unita al ritorno allla miglior forma di Vidal ed Evra hanno fatto il resto.
Così dopo dodici anni la Signora torna a vestirsi a festa, riscoprendosi ancora bella dopo essere stata per tanto, troppo tempo dimenticata dalle cene di gran Galà.
Nove anni fa la Juve veniva retrocessa mentre il Barca con in campo Iniesta e Xavi (alla sua ultima partita con i catalani) stava vincendo la Champions League a Parigi.
Anche questo sarà importante per motivare i giocatori juventini, che non hanno nulla da perdere e una smisurata fame di scrivere una pagina inaspettata di storia.
E come disse Nereo Rocco:
“- Che vinca il migliore…
-Ciò, speremo de no.”