Inizio a scrivere sul treno per Santhià. Fuori, piove a chiazze. Da zone in cui sembra che stia venendò giù il cielo, ad altre dove l’unica cosa che mi fa compagnia è il vento. Biella significa tanto per me. È una parte della mia storia. È dove sono cresciuto. Quello che mi ha formato. Dove ho la famiglia, i miei rapporti. Dove assieme ad altri ho costruito una piccola associazione giovanile.
Ora sono fermo a Trecate, il condutore ci annuncia che ci sarà minimo mezz’ora di ritardo. Così prendo e ricancello ancora un’altra volta metà di questa pagina. È tutto il giorno che ci sto lavorando, tentando di capire cosa significa questa città per me. Uso volutamente l’indicativo, perchè davvero ha un significato.
Non è solo, più, il posto in cui sono cresciuto.
È diventato un piccolo angolo in cui ricaricare le mie pile. In mezzo al verde, all’acqua, a tutti quegli amici che come me tornano a Biella per una ragione o per l’altra. La vista da casa mia, dalla Burcina, il sentire la macchina che ti guida alle case delle tue Persone.
Certo, ci vuole il cambiamento, ma è anche bello avere qualcosa su cui, ogni tanto, poter contare.
Diecimila ragioni portano a quell’esodo del venerdì, o del sabato mattina per i più sballomani. Ci si ritrova in stazione, ad orari assurdi, per le ragioni più disparate. Ti ricapita di vedere quella ragazza che non vedevi da anni e di chiederle un caffè, sapendo che non ci sarà mai, ma almeno ci hai provato. Poi sei lì, vedi quell’amico di un amico, conosciuto ad una serata, come è cambiato!
Pian piano, però, tutto questo sta finendo. Mi sto approcciando al grande vero salto, alla vita adulta vera, dove, si spera, tutti gli sforzi ed i sacrifici fatti pagheranno in qualche modo. Se non grandi viaggi in belle spiagge, almeno in una piccola indipendenza economica, quei soldi per poter tenere su il blog, portare a cena fuori qualche amica e godersi la vita senza troppe preoccupazioni.
Allora, Biella, quel giorno, che posto avrà nella mia, anzi, dico addirittura nostra, vita? Quando saremo sparsi per il globo, facendo chissà quali mestieri. I rapporti dureranno? Penso di sì. Quelli veri, almeno. Ci vedo, ognuno incasinato come adesso, ma in modo diverso, ritrovarci al Lorien a berci una birra.
Fino a quel momento però, fino ai matrimoni e ai figli, alla casa e a chissà quale altra cosa da grande, Biella per me sarà dove torno e organizzo grigliate. Cazzeggiare per Piazza Duomo catturando Pokémon, e si sorbiscono le mie lamentele esistenziali. Insulti per strada, alle feste e alle feste per strada. Quando andiamo a vedere le stelle, sorridendo quando ne cade una ed esprimendo sempre lo stesso solito desiderio. Ogni tanto andrò a vedere come cresce BiYoung e cosa combinano i miei ragazzi e le mie ragazze. Ci porteremo le nostri mogli e i nostri mariti, o forse ci andremo pure a vivere e a lavorare, dopo essere diventati adulti nel mondo. Torneremo d’estate a fare i cazzoni al fiume, portandoci magari i nostri figli e dicendogli che noi, ai loro tempi, eravamo troppo impegnati a mangiare bresaola che passare tempo dietro alle gonnelle.