My Two Cents #2 - Essere Genitori - TheCio

My Two Cents #2 – Essere Genitori

Opinioni opinabili su fatti reali.

Essere genitori credo sia la cosa più difficile al mondo. Dopo il leccarsi i gomiti, si intende. Ti trovi a dover crescere, educare e nel caso della madre partorire un altro essere umano. Non è mica semplice, diamine! Cosa gli dico a questo pargolo? Come gli spiego che Keynes ha ragione ma fino ad un certo punto? Come reagirò quando mi dirà che gli piacciono i Coldplay che dopo i primi album si sono rovinati?

Ho 24 anni, se fossi sano di mente manco mediterei sull’avere dei figli, ma mi ritrovo in quel periodo della vita in cui le persone intorno a te iniziano a sposarsi e ad avere dei bambini, procrearli, insomma, il verbo che preferite. E io, con una tesi da finire e la voglia di finirla finita da tempo, che mi gaso perché finisco presto al lavoro e riesco ad andare in palestra senza uscire alle undici.

Mi guardo allo specchio, o meglio, guardo il mio riflesso sul pc o sullo schermo dello smartphone e mi faccio la domanda esistenziale più grande di tutte: “Sarei in grado di essere un genitore?” Che poi si porta dietro la seconda più grande domanda esistenziale dell’universo: “Sarei in grado di essere un BUON genitore?”

Non ne ho idea. E non voglio neanche approfondire troppo la questione. Diamine, un figlio non è come un videogioco, cioè non è che lo compri e se ti fa cagare lo vendi a qualcun altro o lo lasci lì a prendere polvere. Se tuo figlio ti fa cagare te lo devi tirare su comunque, fine.

Poi, come un secchio d’acqua fredda post sbronza, la realtà mi sveglia: “Credi davvero che tutti quelli che hanno fatto figli nella storia si siano mai posti questa domanda?”. Così, mi ritrovo nel silenzio, a cercare di capire che non è che puoi fare tutti sti ragionamenti di fronte alla biologia e a qualcosa di più grande di qualche freddo calcolo mentale pre-coito procreativo.

E la realtà continua: “Credi che quella scema che è mezz’ora che il figlio fa casino, oltretutto pure incinta, abbia meditato tanto? No, l’ha fatto, senza chiedersi se sarebbe stata in grado. Guardala, un figlio che corre ed apre la porta facendo gelare tutti. Inutile che la guardi e la biasimi, pensando a quando da piccolo facevi il cazzaro e venivi riportato all’ordine in modo istantaneo.”

Eh sì, perché i modelli educativi son cambiati. Ora se tiri una pappina, se castighi il tuo pargolo, arriva quello e quell’altro a farti la morale. Se ti sbagli a mettere qualche limite, a mettere in castigo, subito lì tutti a giudicare e a menarla.

Noi stessi, la mia generazione, metà cresciuta a “tutto va bene”, a minacce mai realizzate, dove alla fine tutto passa e niente viene fatto pagare, tutto viene scontato.

Io, sono stato fortunato. Sono stato educato.

Qualunque persona che ha avuto la responsabilità della mia crescita mi ha educato e lo fa tutt’ora, che teoricamente dovrei essere abbastanza “educato”, e invece no, sono così fortunato che ogni tanto continuano pure ora (sì, qui c’è un po’ di sarcasmo)!

EPPURE la realtà arriva ancora a stupirmi, a spararmi nelle ginocchia e a buttarmi in una piscina. Pensavo, io scemo, che ormai non si provassero neanche un po’ ad educare i figli. Quando vedo la madre di uno che chiama la finanza perchè suo figlio si fa le canne. Ok, commento superficiale, dovrei sapere almeno la metà del contesto che ci sta dietro.

Fare i genitori è difficile.

Di sicuro, però, è e deve tornare ad essere una scelta. Su questo, non mi muovo neanche di un millimetro. Intendo: non esistono figli che “capitano”. Una società del 2017 non dovrebbe far “capitare” i figli. E la soluzione non è né l’astensione né i sussidi a chi ha figli! Ma che diamine di ragionamenti sono!

Prima di pensare al pensiero di far crescere una vita, bisognerebbe riflettere sul fatto che quella vita lì non compare dal nulla, ma è frutto di un atto sessuale. Atto sessuale che, in assenza di contraccettivi, darà come fine ultimo un figlio.

Stop.

Questo dovrebbe insegnarlo in tutte le fottutissime scuole. Non esiste che un dodicenne non sappia che, se fa sesso non protetto, MALATTIE A PARTE, si trova a dover avere a che fare con un pargolo, sempre che non si abortisca.

Funziona così, poco da dire. E, per favore, non mi si venga a dire che la soluzione è la astensione. Nella società in cui la gente va a scoparsi le minorenni nei paesi orientali (se rammento bene l’Italia è uno dei primi paesi per questo dato), parlare di astensione sessuale è la cosa più ridicola ed imbarazzante che si possa sentire.

Tralasciando chi conduce una vita sessuale promiscua, che dovrebbe in primis per motivi di salute usare i contraccettivi, anche chi ha relazioni stabili dovrebbe avere la conoscenza perfetta sul fatto che se essi non vengono usati si figlia.

Punto.

E la soluzione a questo, non è dire “fate figli che poi vi diamo dei soldi”. Per Diana! Ma che diamine stiamo dicendo, siamo seri? Fertility Day?!? Ho letto che non avere figli, se ce lo si può permettere, è egoista. Invece, averli, se non ce lo si può permettere, cosa è? Un atto di immenso coraggio? Generosità verso l’essere umano? Tirare su un bambino costringendolo a instabilità economica e passare tutta la vita a rinfaccarglielo?

Certo. Io la faccio semplice. Ma non lo è. Sono tutte questioni complesse. Però, un punto è inamovibile: procreare non deve essere una decisione che gli altri prendono per me.

Deve essere della coppia.

Non di chi predica l’astinenza e poi costringe bambini a crescere in ambienti che non li volevano, quei bambini. Non di uno stato che, piuttosto che investire nella crescita dei bambini che già ci sono, esalta chi vuole fare figli fornendo loro bonus per il semplice fatto che hanno dei figli. Né della religione, né dello Stato.

Decio

 

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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