Alla fine erano tornati indietro tutti e tre. A Milano. Arianna oltretutto non se ne era mai andata. Dove tutto era iniziato. Parlano e si chiedono cosa li abbia fatti innamorare di quella città. I Navigli? Il Duomo? Cadorna? Parco Sempione? L’incontrare sempre persone diverse?
Milano. Un cuore pulsante. La vera capitale d’Italia. Dove puoi provarci con una e non vergognarti, perchè non la rivedrai più per tutta la tua vita. Forse. Tranne quando verrà a trovarti in sogno per anni e guardando la ragazza che chiami amore della tua vita ti penti di non averle mai chiesto il numero quella sera.
Emanuele si chiede se ha il coraggio di dire quello che pensa che si debba fare fra loro tre. Del resto ha appena confessato a loro due quella verità taciuta. Si chiede quanto ci sia di vero nella confessione e quanto sia tutto frutto del trovarsi con loro in quella determinata situazione.
Mentre strapaga tre birre mediocri, le guarda parlare di politica. Una di sinistra, l’altra renziana. Si scambiano stilettate, parate e schivate. Ha davanti a sè due prospettive della vita che lo hanno sempre affascinato: il cinismo realista e l’ideologia sognatrice. Incapace di ragionare in termini relativi Emanuele ha sempre passato la vita ad alternarsi fra uno stato e l’altro. Fra il sommo entusiasmo e la più profonda malinconia.
Più si agitano, più lui le guarda divertito.
L’alcool inizia a fare il suo effetto. Sa che Arianna vive lì vicino, in Viale Gorizia. Suo padre comprò un appartamento quando ancora la zona non era stata riqualificata, quindi Arianna si era trovata ad avere la fortuna di avere una base in uno dei luoghi più in di tutta Milano.
Si prendono il loro tempo.
Arianna ha la testa persa. Tira fuori l’ennesima sigaretta della serata e la finisce prima di rendersene conto. Si chiede se è pronta a fare questo passo. Certo, l’intimità raggiunta da lei ed Elisa è di un certo tipo. Più volte erano arrivate a farsi battute la sera prima di andare a dormire. Non avevano problemi a trovarsi l’una nuda davanti all’altra. Mentre camminava lungo la Darsena si pacioccava i capelli. Quando lei ed Emanuele erano ancora insieme lui la cazziava sempre ogni volta che lo faceva. Forse era uno dei motivi per cui era finita, non ne era poi così sicura ma lo pensava in ogni caso.
Due anime troppo diverse per stare insieme, ma troppo simili per non volersi bene.
Elisa ha una idea ben precisa di come la serata andrà a finire. Si chiede quanto conosca bene Emanuele ed Arianna. Quando due anni fa si erano conosciute per sbaglio ad una serata in un attico non riusciva a credere a quello che stava accadendo. Questa trentenne che piangeva. Era un periodo strano per Elisa. Sentiva poco Emanuele e gli mancava. Lui sembrava immune da questo. Scoprì poi che non lo era stato per niente, ma era una prova con se stesso. Che aveva fallito miseramente.
Così, in una strana sera d’estate, sente una ragazza come lei dannarsi per un Emanuele. Si lamenta del suo nuovo ragazzo, lo paragona a come era lui. A come la trattava lui. A come la voleva lui. Alle cose che diceva lui a lei. Ai piani che avevano fatto.
Elisa la guardò stranita, quella notte.
Finirono per piangere abbracciate qualche ora dopo.
Camminano e passano vicino a ad uno di quei chioschi di patatine fritte. Nessuno dei tre si fermerebbe mai da solo, pieno di sensi di colpa. Perchè non sono più giovani.
Dopo aver preso i loro piccoli peccati ricoperti di olio e salse varie, si trovano ad essere in casa di Arianna. Emanuele si fa un giro. La cucina, con un frigorifero praticamente vuoto. Gli prende un colpo al cuore. Avrebbe voluto fare uno dei suoi numeri da cuoco che, dicono, fanno sciogliere le donne che poi si limita a riportare a casa.
Così si limita a girovagare per le loro stanze, mentre Elisa cerca nella sua riserva di bottiglie di vino in cantina quella adatta. La camera di Arianna. Piena di fotografie. Sue, di amiche, di amici, dei suoi compagni e dei loro bambini. Arianna vuole bene a tutti. Anche dopo che una storia finisce malissimo. Ha un cuore grande. Almeno quanto la sua paura di sentirsi sola.
Elisa invece ha una camera vuota. A parte un poster di una ballerina direttamente sopra il suo letto. Elisa ha sempre odiato ogni forma di danza. Ed infatti è della precedente coinquilina, ma l’ha trovato ironico e allora l’ha lasciato. Elisa ha uno strano senso dell’ironia.
Mentre Emanuele gira la casa, Arianna si chiede se debba fare qualcosa. Qualsiasi cosa. Invece si siede e aspetta Elisa. Lui continua a vagare, facendosi gli affari di entrambe. Incuriosito trova una foto sua sul comodino di entrambe le ragazze.
Un Chianti. Lo bevono e iniziano a scambiarsi confessioni a vicenda. Di tutte quelle volte che loro si sono dovute trattenere dal raccontargi tutto. Emanuele ogni tanto aveva il sentore di qualcosa di strano. C’erano periodi in cui se mancava una, c’erta l’altra e viceversa, come se non volessero lasciarlo da solo.
Ad un certo punto però, il silenzio.
La bottiglia è a metà. Si riempiono a vicenda i bicchieri e fanno un brindisi.
A lui l’onore.
“Al nostro menagè a trois.”
Ridono.
Si guardano negli occhi.
Ridono ancora.
Lui inizia a raccontare una storia. Negli anni ha frequentato un corso di francese. Questo fatto le ha sempre stranite entrambe. Che senso aveva imparare il francese se si trovava a lavorare in Asia? Beh, diceva lui, sia mai che incontro una bella francesina a Honk Kong. Mica volete che le parli inglese, no?
Il suo ragionamento aveva senso, concordano.
Così gli narra di come una volta si erano trovati a definire i vari tipi di relazione e il burlone della classe aveva tirato fuori Ménage à trois. La professoressa sorrise e gli disse che non era propriamente quello che lui intendeva.
Certo, riguardava tre soggetti che avevano un rapporto fra di loro. Ma non era solamente l’atto fisico che tutti gli adolescenti e non sognano. Era una vera e propria relazione a tre.
“Ed io, care mie, vi sono stato fedele in questi anni che neanche il miglior marito sulla faccia della terra.”
Quella sera, dopo il corso, aveva riflettuto molto. Aveva capito che in quel momento della sua vita gli andava bene così. Di avere loro due nella sua vita. Che quello che conta è il sapere di esserci per qualcuno e che quel qualcuno c’è per te. Che per quanto la notte andasse a dormire sempre solo, le sentiva vicino a sè.
Tre persone connesse fra di loro. Tramite i mezzi del 2016 potevano sentirsi quando volevano. Si rassicuravano di essere vivi a vicenda. Quando c’era un problema loro erano presenti per l’altro. Sempre. Senza se e senza ma.
In questo modo le abbraccia e le stringe forte. Inizia di nuovo a piangere. Ha passato anni a trattenere questo sentimento di amore nei loro confronti che in questo momento esce di getto e non riesce a fermarlo. Come un buco in una diga che si apre e aumenta il getto, continua a lacrimare. Lo coccolano e lui si addormenta in men che non si dica.
Dopo essersi scambiate due parole anche loro lasciano spazio a Morfeo.
Ci viene detto che la notte porti consiglio. L’autore non ne è personalmente molto convinto, anzi crede che spesso porti sconvolgimento e confusione nella testa delle persone. Uno va a dormire sereno, sicuro dei propri piani. Poi si sveglia al mattino e nessuna parte di qel ragionamento rimane intatto. Si trova di fronte alla realtà dei fatti appena sveglio: occhiaie spaventose, un senso di rincoglionimento diffuso e una gran voglia di tornare a dormire. In tutto questo, le domande sono di più che le risposte che si avevano in mano la sera prima. L’autore spera però di essere l’unica persona per cui la notte non è portatrice di soluzioni ma anzi di nuove nuove. Ogni tanto nella vita qualche certezza fa comodo ed immaginare che il cervello nostro di notte lavori per noi risolvendo ciò che da svegli non riusciamo nemmeno a maneggiare di sicuro ci fa un gran bene.
Almeno a livello morale.
Il mattino dopo Emanuele si ritrova con la faccia su un seno di Elisa e una mano sul seno di Arianna. È tentato di iniziare quella che sarebbe la trama di uno scontato film a luci rosse di mezzanotte e mezza sulle televisioni regionali. Ghigna e si alza. Riapre il frigorifero sperando che qualcosa nella notte si sia materializzato. Scorge delle uova. Sotto una ciotola di insalata aperta chissà quando trova due buste di prosciutto cotto.
Uova strapazzate e prosciutto. Piccole variabili di una vita da single che tornano utili a svegliare le due fanciulle.
Si alzano, una più scombinata dell’altra. Il trucco ha assunto forme strane sui loro visi. Si guardano negli occhi e corrono in bagno. Saranno pur donne ma rimangono sempre ragazzine quando succedono cose come questa.
Dopo essersi struccate e aver finalmente fatto vedere a Emanuele quello per cui agogna ogni mattina, il nostro Ménage à trois si parla e cerca di configurare un modo per gestire la situazione.
Nel modo migliore possibile, aggiunge Elisa.
Emanuele si chiede se vi sia un modo migliore per gestire una situazione così fuori di testa.
Arianna sa che non ci riusciranno. Ma vuole provarci comunque.