Perchè adoro Halloween - TheCio

Perchè adoro Halloween

Halloween, la festa dei morti, film horror, feste in maschera, in questo periodo partono sempre centinaia di discussioni noiosissime sul significato di giornate e festività come queste, quante esse siano “europee”, quali siano le loro “radici”, cosa possa significare questo per la nostra società e tante altre rotture di balle.Io, per una volta, spengo il cervello e mi godo l’atmosfera. Certo, mi potete dire che Natale significa famiglia, calore durante l’inverno, i regali, i sorrisi e le lacrime di gioia quando riesci a prendere proprio quella cosa lì per quella persona, o il semplice abbraccio e passare una giornata a mangiare insieme ai propri familiari.

O potete dire che questa cosa la potrei fare anche gli altri 364 giorni all’anno. Sicuramente, mi renderebbe la vita e il vivere la vita un processo molto più semplice, meno noioso e più rilassato. Ma non sarei io.

Quindi, perchè riesco per un giorno, per una settimana, a godermi semplicemente questa atmosfera costruita, che piano piano è diventata più una festa in costume che altro, un miscuglio di tradizioni (dolcetto o scherzetto, la visita ai cari defunti il giorno dopo, costumi che offendono e costumi che si appropriano di altre culture, facendo partire altre centinaia di discussioni noiosissime), un gigantesco melting-pot artificiale e naturale allo stesso tempo, che ogni anno muta se stesso, diventando ormai sempre più parte di un sentire umano, condiviso.

La ragione, di fondo, è che tutti abbiamo un po’ paura della morte. Film horror, costumi, racconti, feste, ci travestiamo da quello che non siamo, tutti temi fra di loro vicini, uniti dal filo rosso della morte. Se il Natale è vita, Halloween è morte. Alla fine, i serial killer, i mostri, anzi, tutto ciò che ci fa paura, lo fa perchè, fondamentalmente, ci porta a sentirci piccoli di fronte a qualcosa, e cosa c’è di più grande, della morte?

Totò la chiama “la grande livella”. Puoi accumulare ricchezze, conoscenza, passioni, fatiche, per tutta una vita, ma alla fine quel momento, e la sua conseguenza, arriva. Se c’è una certezza sulla vita è che un giorno essa finisce, o meglio finisce di essere per come la conosciamo in questo stadio dell’esistenza.

Viviamo in una civiltà che glorifica la vita (yolo, you only live once, che tremila anni fa’ era il carpe diem dei latini), perchè ha paura della sua faccia speculare, della fine di tutto (per alcuni) o dell’inizio del tutto (per altri). Comunque rimane un momento importante, di passaggio, insomma, con la morte “non si scherza”.

Invece sì.

Mi trovo bene in questo periodo perchè per una settimana ci beffiamo della morte, delle nostre paure, ci travestiamo da esse, parliamo con la nostra parte oscura. Lasciamo indietro tutte le nostre belle costruzioni e ci mettiamo i denti finti, le orecchie finte, per una volta adeguandoci a una moda ormai globale, per sfidare la paura e riderci insieme. Che sia in giro con amici a baccagliare, che sia con la morosa che ride sulle tue gambe ad una bella tavolata, che sia da soli, sotto le coperte, a guardarci un film che fa “spavento”.

Io quest’anno mi sono travestito con la maschera di Jim Root, il chitarrista degli Slipknot. Loro rappresentano, in un certo qual modo, la mia più grande paura, la rabbia. Ho una paura allucinante della mia rabbia e delle conseguenze che essa ha avuto sulla mia vita. La mia rabbia verso i miei genitori, la mia rabbia verso me stesso. La musica, ed in particolare gli Slipknot, è sempre stata una delle valvole di sfogo tramite la quali ho cercato di calmarla, salvo in alcuni momenti, anche recentemente, perdere il controllo e lasciarmi dominare.

Odio la mia rabbia, ne ho terrore.

Per una sera però, per qualche ora, ero la mia rabbia, la indossavo. La mia persona non esisteva e giocavo, come un bambino, ad essere il mostro che mi fa paura. Per diventarlo, e conoscerlo.

Da quando ho ricominciato ad amare la vita e l’essere vivo, anche la morte è diventata una cosa più accettabile. La mia, quella dei cari. Sì, purtroppo tocca farci i conti, prima o poi. Sì, purtroppo non possiamo lasciarci distruggere da essa, che sia la nostra (per la paura) o quella dei nostri cari (per la loro futura assenza).

Quindi sì, trovo giusto, a prescindere da tutte le cose annoianti che vengono dette in questo periodo, usare questa festa in modo apotropaico, per liberarsi, per qualche giorno, dei nostri terrori. Sono intimamente convinto che tutti quelli che si lasciano scombussolare da questa festa vivano a metà, semplicemente in superficie, e non siano in grado di guardarsi dentro e vedere i propri, di mostri. Magari sono semplicemente così fortunati da non averli, ma devo conoscere ancora qualcuno che davvero non li abbia.

Questo Halloween in particolare mi ha insegnato che mi fa bene, ogni tanto, concedermi qualche momento di leggerezza. Che non vuol dire superficialità, ma semplicemente vivere la vita senza farsi, per una volta, troppe domande.

Decione

A cura di decio

Ho studiato economia, alla ricerca della strada della mia vita. Nel frattempo scrivo, leggo, ascolto musica e gioco ai videogiochi.

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