Occhio di Falco. Per chi è digiuno da chi sia questo super(?) eroe, una breve presentazione: nasce come criminale, poi arruolato nei Vendicatori (il super gruppo della Marvel, con Thor, Iron Man, Capitan America e altri).
Il suo super potere? Nessuno. È molto bravo con l’arco. È un tipo qualunque che dopo anni di allenamento è diventato un arciere provetto. Potenzialmente potremmo essere noi, Occhio di Falco. Ok. Arsenale fantascientifico di frecce strambe a parte. Ottima la serie a fumetti di Fracction e Aja, da cui prendo in parte spunto per questa riflessione.
Nei film lo incontriamo in Thor, poi nel primo Avengers e successivamente nel secondo capitolo. Interpretato da Jeremy Renner. In Age of Ultron lo troviamo a convincere una confusa Scarlet Witch a fare la cosa giusta, con un discorso sconclusionato sul fatto che se lui, armato di un arco e basta, si trova a fare la sua parte anche lei può contribuire. Certo, nel film il tutto è condito da robottoni e menate varie, ma il punto è quello.
Vediamo un uomo sperduto, totalmente inconscio di quello che sta succedendo. Sa solo che mentre un robot, un superuomo un dio nordico e una bestia verde combattono fuori, può fare la differenza. Non li invidia, nonostante loro abbiano tutti i loro poteri, il carisma, una sovrastruttura che è quasi potente come le loro stesse capacità.
Poi c’è lui. Con un arco. Phew phew phew.
Attenzione però. Tutti combattono, rischiano. Qualcuno paga pure il prezzo finale. Clint (il nome di Occhio di Falco) non si sente superiore, sono tutti in gioco quanto e come lo è lui. Non è nemmeno più facile per loro, perché da tanto che possono dare viene chiesto altrettanto, se non di più. Solo che lui li guarda attonito, in mezzo a chi crea meraviglie o a chi lo è dalla nascita o per una scommessa contro il fato.
Vediamo intorno a noi persone affrontare i veri problemi della vita e poi ci siamo noi con il nostro arco che facciamo phew phew. Siamo stupiti del vedere loro fare grandi cose, quando noi al massimo possiamo colpire un robot a cento passi. Quanto è faticoso colpirlo però, portare a casa la giornata. Ecco la sindrome di Occhio di Falco.
Ogni tanto ci troviamo a vivere, volenti o nolenti, periodi in cui è già tanto se riusciamo ad alzarci dal letto e portare la giornata a casa senza fare cazzate. Affrontare quella voglia di Nutella, cercare di tirare fuori qualcosa da quelle quattro mura milanesi, portarmi in palestra e aumentare di un chilo i manubri.
Capire cosa voglio dalla vita e con chi voglio passarla.
Le stranezze e bellezze della vita da single.
Attorno a me invece dei supereroi. O almeno, io vi vedo così. E ringrazio di chi mi fa vedere come sconfigge con un tuono i suoi problemi, di chi si ingegna e se ne esce con una invenzione e di chi trova il tempo di tirare una scudata al robot che non sono riuscito a vedere.
Spero di fare qualcosa con le mie due frecce anche per voi.
Decio